Avezzano. Per Confagricoltura Abruzzo, le elezioni del 6-9 giugno per il rinnovo del parlamento europeo saranno decisive per il futuro posizionamento dell’Europa negli equilibri economici mondiali. Il parlamento nascente se vorrà affrontare in modo conveniente la transizione ecologica, tramutando grandi idee e grandi sogni (del parlamento uscente) in realtà sostenibili, avrà l’obbligo di trovare la via per creare una vera congiunzione imprenditoriale europea.
“Occorrerà unificare assets strategici, migliorare economie di scala, operare in modo univoco (fiscalità, mercato finanziario, difesa, politica economica e sociale)”. Dichiara Bernardo Savini Giosia Bernardi, Vicepresidente Confagricoltura Abruzzo.
“Potrà farlo solo se gli stati sovrani perderanno un poco della loro stessa sovranità. La bassa propensione al rischio, la tentazione di difendere il conosciuto a scapito della dinamicità cullandosi su vecchie forme di economia ed il troppo regolamentare il proprio futuro sono state le caratteristiche dell’UE: utili prima, ma poco performanti oggi. Così l’Europa ha delocalizzato l’industria e la manifattura, perdendo il primato nella ricerca e nell’innovazione (indissolubilmente legati alla produzione), ha generato una burocrazia elefantiaca, ha perso produttività e sta tendendo a delocalizzare anche la produzione agricola; quest’ultima già fortemente penalizzata dai cambiamenti climatici, dalle tensioni geo-politiche, dai dazi, dalle importazioni selvagge, scarsamente tutelate da un WTO che, nel tempo, ha perso peso ed importanza e dalla carenza di manodopera.
Il Green Deal, la transizione ecologica, sono un passo doveroso verso i nostri figli ed i nostri nipoti, ma è un passo, forse più un salto, che porta dentro di se un onere finanziario enorme, stimata nella sua globalità in 1520 miliardi/anno fino al 2050 (Università Rousseau-Parigi). Occorre apprestarsi al salto con forze economiche condivise per arrecare il minor danno sociale ed economico possibile ed evitare così l’esclusione dell’Europa dal tavolo dei grandi competitor mondiali (USA e Cina). Per Noi agricoltori poche, ma, fondamentali linee di indirizzo programmatico: a) per la produzione: cogliere e liberalizzare l’uso di qualsiasi innovazione tecnica in riferimento alla genetica, alla nutrizione ed alla difesa delle coltivazioni; b) per il valore delle produzioni: riformulare l’approccio al regolamento delle pratiche commerciali sleali (all’interno della UE) e puntare esclusivamente ad importazioni “specchio” extra UE; c) per la produttività: agevolare l’aumento dimensionale delle aziende in forma singola o aggregata; d) poca burocrazia: con finalità realmente utili; e) riabilitazione della dignità di chi lavora nei campi (altrimenti la manodopera qualificata finirà per estinguersi e con essa il settore primario).
La sostenibilità sociale-economica-ambientale è un traguardo non discutibile, la via per arrivarci deve contemperare pariteticamente tutte e le tre anime (pena l’insuccesso), allora e solo allora, finalmente, ognuno di noi potrà sentirsi, e si sentirà, un cittadino terrestre”.