Avezzano. Commissione elettorale a “gamba tesa” sul risultato delle amministrative di Avezzano: il candidato a sindaco Giovanni Di Pangrazio e la coalizione affilano le armi per impugnare il “verbale della vergogna” servito dal presidente del Tribunale, Eugenio Forgillo, che ha umiliato la volontà popolare assegnando solo il 25% dei seggi (6 su 24) alle dieci liste premiate dagli elettori al primo turno con oltre il 51% dei voti popolari. “Queste decisioni alimentano la sfiducia dei cittadini, siamo pronti al ricorso e ad attuare tutte le azioni possibili per far sì che venga applicata la legge e rispettata la volontà di ben 12.633 votanti, che si sono chiaramente espressi».
Sconfitta – apparentemente e a dispetto dei numeri – ma non vinta, la Coalizione Di Pangrazio definisce la linea che intende seguire dopo la decisione della commissione elettorale, a guida del Presidente del Tribunale Eugenio Forgillo, che ha assegnato 15 consiglieri al gruppo “Insieme” di Gabriele De Angelis, contro i 6+1 assegnati alla coalizione di Di Pangrazio. «Le cose non quadrano: i voti validi sono stati 25.038, il quorum per avere i seggi è di 752 voti e il gruppo di liste della nostra Coalizione ha riportato 12.633 voti e cioè il 50% + 1, dunque sarebbe dovuta scattare l’anatra zoppa ed avremmo dovuto ottenere la maggioranza dei seggi in consiglio comunale. Tra l’altro, come riportato a pagina 26 del verbale redatto dalla commissione elettorale, la maggioranza assoluta era raggiunta già con 12.520 voti validi, tant’è che lo stesso Ministero ha naturalmente assegnato alla nostra Coalizione il 50,3% dei consensi e, di conseguenza, 13 seggi. Abbiamo già convocato una riunione con tutti i candidati e i responsabili delle liste per concordare le azioni da attuare per garantire il rispetto della legalità e della democrazia: è incredibile leggere sul verbale del Ministero un’aggiunta scritta dal Presidente della Commissione che fa riferimento a una sentenza non estensibile al caso di Avezzano! Si dovevano solo applicare la legge, ex art. 73, comma 10, D. Lgs. n. 267/2000 – che recita: “Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al primo turno, alla lista o al gruppo di liste a lui collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio, ma abbia ottenuto almeno il 40 per cento dei voti validi, viene assegnato il 60 per cento dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate abbia superato il 50 per cento dei voti validi. Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al secondo turno, alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio, viene assegnato il 60 per cento dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate al primo turno abbia già superato nel turno medesimo il 50 per cento dei voti validi”- e le recenti direttive del Ministero dell’Interno, molto chiare al riguardo. Invece è avvenuto un fatto gravissimo che azzera il concetto di rappresentatività, con l’assegnazione di più del doppio dei seggi alla coalizione perdente. Non si tratta di fare polemiche, ma di pretendere e garantire il rispetto dei cittadini; la percezione che accompagna in questi giorni migliaia di avezzanesi è proprio quella di essere stati presi in giro ignorando e calpestando la loro volontà elettorale. Questo non possiamo accettarlo. Proseguiremo nella nostra azione per la Città, su tutti i fronti. Il presidente della Commissione avrebbe dovuto esclusivamente applicare la legge e riportare i numeri indicati nei verbali, come accaduto a Maddaloni e Lecce, e non improvvisare personali valutazioni».