Avezzano. E’ rebus sulla data delle elezioni amministrative. Le indiscrezioni sullo slittamento in autunno delle elezioni amministrative, trapelate nelle ore che hanno preceduto l’approvazione da parte del Governo del cosiddetto decreto “Cura Italia”, non hanno trovato conferma nella pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo scorso. Il rinvio che tutti davano per scontato fino ad oggi non è affatto sicuro o almeno non è scritto nero su bianco, cosi come non è stata ancora definita la data delle elezioni, qualora si svolgessero in primavera.
Non si conoscono le cause che hanno portato a eliminare, dalla versione poi approvata, la norma circolata in alcune bozze dello slittamento delle elezioni in autunno, più precisamente “in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2020”. Sono diverse le disposizioni di legge in esame o già approvate in questi giorni, ma del rinvio ufficiale ancora nessuna traccia. Spetterà comunque al Parlamento dare il disco verde definitivo all’eventuale deroga. Questa ipotesi di posticipare dopo l’estate le elezioni amministrative potrebbe essere ragionevole, da un lato per evitare che si tengano nel periodo di emergenza nazionale, in un quadro oggettivamente complesso dove è difficile garantire l’ordinario e uniforme svolgimento della campagna elettorale, dall’altro per assicurare la predisposizione di tutte le procedure da parte di prefetture ed enti locali, già gravate a causa dell’emergenza COVID-19 di tutte le incombenze di carattere organizzativo e procedurale, di una articolata attività come la tornata elettorale.
I tempi e le norme di riferimento – La legge 7 giugno 1991 numero 182, dove sono contenute le norme per lo svolgimento delle elezioni, all’articolo 1 fissa l’arco temporale, per il rinnovo dei consigli comunali con scadenza ordinaria, in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, assegnando all’articolo 3 al Ministro degli Interni il potere di fissare la data delle elezioni non oltre il 55esimo giorno precedente quello della votazione.
Ecco i possibili scenari:
Con voto in primavera – L’indizione dei comizi per votare in primavera, volendo considerare l’ipotesi di utilizzare al massimo i termini consentiti dalla legge, deve avvenire da parte dei Prefetti, calendario alla mano, entro la metà di aprile prossimo con il deposito delle liste e il contestuale avvio della campagna elettorale a partire dalla metà di maggio.
Con voto dopo l’estate – Potrebbe arrivare, in sede di conversione del DL, dalle Camere la norma che consente lo slittamento delle elezioni a dopo l’estate. Le commissioni del Senato, nelle quali, durante i giorni scorsi, è iniziata la maratona per approvare il decreto entro metà aprile, hanno compiuto i primi passi e hanno già stabilito i termini per la presentazione degli emendamenti fissandoli per le ore 19.00 del 27 marzo mentre la scadenza per il deposito dei sub-emendamenti è fissata al 31 marzo. Non è escluso che proprio in questo arco di tempo arrivi il maxi emendamento del Governo in cui, oltre a far confluire nel decreto cosiddetto “Cura Italia” i due provvedimenti urgenti connessi all’emergenza Covid-19, vengano anche previsti i cosiddetti “correttivi” e altre possibili norme, tra le quali, appunto, il rinvio delle elezioni.
Corsa contro il tempo – Come abbiamo ipotizzato i tempi sono stretti e i passaggi parlamentari potrebbero non consentire di rispettare la data ultima della metà di aprile per l’indizione dei comizi elettorali. Qualora fosse confermata la volontà di uno slittamento delle elezioni al prossimo autunno, il Governo avrebbe a disposizione ancora una volta “l’arma” del Decreto Legge, il già annunciato “decreto aprile”. Non è esclusa inoltre la possibilità, dato il momento di straordinaria emergenza che sta vivendo il nostro Paese, di derogare ai classici periodi scelti per le elezioni e permettere di svolgere la campagna elettorale sotto l’ombrellone.