Avezzano. Chi pensa che le elezioni comunali possano riappacificare le coalizioni si sbaglia di grosso. Soprattutto se si parla di Avezzano. Il clima “politico”, se così si può definire, è sempre più teso, e mentre l’attuale sindaco, Gianni Di Pangrazio, e il suo ex assessore, Gabriele De Angelis continuano a incassare adesioni dalla società civile, il centrodestra si spacca su leadership e liste. Il vertice dell’altra sera doveva essere un confronto a porte chiuse per poter arrivare a una quadra. Nonostante la pace apparente, però, tra una pizza e una birra si è scatenato l’inferno. Il centrodestra avezzanese ha rivendicato la centralità della scelta del candidato a sindaco creando una vera e propria frangia anti-Piccone.
Il campanilismo è stato rivendicato a gran voce tanto che si era ipotizzato anche a stilare una nota che aveva il sapore di un aut aut per poter alzare i toni. C’è stato però poi una marcia indietro forse dettata dalle stanze di partito. L’onorevole Filippo Piccone, con il coordinatore provinciale del Nuovo centrodestra Massimo Verrecchia, continuano infatti a dialogare costantemente con l’onorevole Fabrizio Di Stefano e il consigliere regionale di Forza Italia, Emilio Iampieri. L’obiettivo è quello di lasciare i rancori localistici a casa e giungere all’accordo che potrebbe essere determinante e, magari, arrivare vincenti al ballottaggio.
Il problema, però, continua a essere il nome del candidato sindaco che non deve essere solo spendibile ma anche accettato da tutti i gruppi della coalizione. Indiscrezioni parlerebbero anche dell’ipotesi candidato Maurizio Bianchini, una eventualità che non farebbe mai passare il Nuovo centrodestra e, a quanto pare, anche altri gruppi e correnti. Allo stesso tempo, il nome di Carmine Silvagni, dottore commercialista molto attivo nel mondo dello sport, sembra riscuotere simpatie non solo tra i militanti di Forza Italia.
Ma a giocare la partita, però, non saranno solo i partiti – Forza Italia, Ncd e altri – ma anche i battitori liberi. La figura di Ezio Stati, che ha avuto da sempre un ruolo strategico nella scelte elettorali comunali, ancora non è stato svelato. Come del resto quello dell’ex presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, che è stato tra l’altro chiamato in causa per dare una mano alla città. Non è ancora chiara neanche la posizione di Lorenzo De Cesare, un altro nome circolato nei giorni scorsi. I giorni, intanto, passano e la chiamata alle urne si avvicina. Di Pangrazio e De Angelis continuano a camminare, mentre gli altri continuano a discutere tra loro non valutando il fatto che servirà un’accelerata per potersi organizzare e iniziare la campagna elettorale. Il rischio di partire in ritardo è concreto, anche se per ora in molte città italiana i candidati ancora non ci sono. Ma l’organizzazione degli altri due candidati, quella già rodata di Di Pangrazio, ma anche quella di De Angelis che sembra già efficacemente al lavoro, non permette errori.