Avezzano. “Possiamo ritenerci soddisfatti. La Lega è il primo partito in città, una importante fetta dell’elettorato crede nel nostro messaggio politico e concreto del Cambiamento vero. Abbiamo dimostrato che una parte del centrodestra è in grado di lavorare sui contenuti e una proposta programmatica al contrario di chi ha deciso dall’inizio di tradire la coalizione”: lo ha detto il candidato sindaco della Lega alle elezioni di Avezzano, Tiziano Genovesi, nella conferenza stampa di analisi del voto tenuta insieme al coordinatore regionale del partito, il deputato Luigi D’Eramo, e al responsabile enti locali, Gianfranco Giuliante.
I vertici della Lega hanno duramente attaccato Forza Italia. “Non abbiamo fatto alcuna forzatura”, ha detto Genovesi, “la Lega ha deciso che io potessi essere l’uomo migliore per veicolare il suo messaggio politico. C’è stata convergenza di gran parte del centrodestra. Evidentemente Forza Italia, per motivi personali o divergenze politiche, ha deciso di spaccare la coalizione, facendo sì che Avezzano tornasse alla sinistra. L’apparentamento tecnico al secondo turno era inaccettabile sui seggi e sulle poltrone: lo abbiamo detto con serietà e coerenza dall’inizio della campagna elettorale. Chi non ha gradito questa impostazione ha continuato a lavorare per spaccare al secondo turno”.
“Ovviamente ci assumiamo le nostre responsabilità”, ha aggiunto il candidato sindaco del carroccio, “nei fatti, però, alla fine c’è stato un risultato ottimo. Ci dicevano che non saremmo entrati neanche al ballottaggio. Invece abbiamo dimostrato coraggio, idee, forza. La sconfitta è stata di misura, al netto di un tutti contro uno. Da qui ripartiamo, con una riflessione seria al nostro interno per ampliare il nostro consenso e ristrutturare il nostro movimento. Ripartiamo dai 7.337 avezzanesi che ci hanno dato fiducia e provando a parlare agli altri. L’opposizione sarà dura, numericamente saremo pochi al cospetto di una maggioranza che ha fatto accordi poltronistici e non programmatici, maturati solo negli ultimi giorni. Saremo leali e corretti con chi vorrà portare avanti gli interessi di Avezzano. Chi invece vuol fare della città un feudo da saccheggiare o una spartizione poltronistica troverà un muro. Vedo toni trionfalistici dal Pd che è stato invece sonoramente sconfitto. Per una poltrona in più hanno dovuto fare un accordo con una sinistra scolorita. Noi siamo per le cose serie, per una politica coerente”.
“Ringrazio Genovesi per aver accettato la candidatura e per essersi messo in gioco”, ha detto Giuliante, “la Lega ad Avezzano è il primo partito e Forza Italia scompare dall’agone politico, tanto ad Avezzano quanto a Chieti. Qui, a differenza di altre situazioni, la controprova c’è: l’arroganza con cui Forza Italia ha chiesto di esprimere chi avrebbe dovuto essere più forte e oggi, alla luce dei numeri, si è dimostrato più debole. Una posizione arrogante e di rottura. Tanto falsa che non è riuscita a esprimere consiglieri, tanto falsa per i numeri che ha raggiunto: la Lega prende circa tremila voti, Forza Italia circa 1.200. Una scelta miope, un partito alla deriva e ormai prossimo alla scomparsa, che ha voluto affermare come colpo di coda una supremazia che non esiste”.
“Le motivazioni di questa scelta – ha aggiunto Giuliante – capovolgono lo storico modus operandi. Si afferma che laddove un componente non condivida la scelta del candidato della coalizione questo può autodeterminarsi lavorando contro e rompendo lo schema del centrodestra. In passato abbiamo discusso anche in maniera effervescente, con dibattiti anche feroci, all’epoca delle elezioni dell’Aquila. C’è stata una scelta su Pierluigi Biondi e tutti si sono mossi a favore del candidato da supportare. Ad Avezzano e a Chieti non è successo. Ad Avezzano con la tracotanza di un primo cittadino che ha saltellato da una parte politica all’altra per tutta la sua non breve carriera, per poi essere bocciato nell’agone del consiglio comunale dagli stessi che avevano permesso la sua candidatura. Tutto ciò deve essere oggetto di valutazione. Nessun’altra candidatura oltre a quella di Genovesi avrebbe avuto altrettanta capacità aggregante nel centrodestra. L’avevamo proposta con umiltà, ma piccoli giochi di potere dentro Forza Italia hanno impedito che si raggiungesse la coesione”.
“Ringrazio chi ha combattuto questa battaglia di coerenza e libertà, i partiti e i candidati”, ha detto infine D’Eramo, “quando si perdono le elezioni ci sono sempre delle responsabilità che non sono mai tutte da una parte. Riuniremo l’Esecutivo regionale per un’analisi del voto attenta e sono convinto che troveremo degli errori che abbiamo commesso. Ma con la stessa franchezza dico che gran parte delle responsabilità è ascrivibile a un atteggiamento di grave irresponsabilità che ha avuto Forza Italia, criticando il progetto politico e minando la credibilità del centrodestra, con una incoerenza di tale bassezza che credo non sia frutto di una strategia. Un partito che dovrebbe comporre la coalizione insieme a tutti gli altri che di fatto è ingovernabile, la cui base non riconosce le decisioni del vertice. Pagano spesso nei tavoli regionali condivideva percorsi e scelte che il territorio non prendeva neanche minimamente in considerazione. Spesso ci siamo trovati in imbarazzo. Peraltro, ho letto una sua dichiarazione di analisi firmata insieme a Maurizio Gasparri. Gasparri è tra coloro che si sono più battuti per la candidatura di Di Stefano a Chieti, ormai siamo alla menzogna. Capisco l’imbarazzo quando non viene eletto alcun rappresentante, ma bisognerebbe avere umiltà e intelligenza per riconoscere i propri errori. Chiedere scusa non alla Lega, ma alle migliaia di cittadini che hanno dato fiducia al centrodestra e agli elettori di Forza Italia che si sono trovati disorientati e non hanno capito chi votare. Se questo processo di chiarimento non dovesse avvenire in tempi brevi, questa situazione minerebbe il centrodestra in qualsiasi competizione elettorale o amministrazione”.
“Addirittura Febbo”, ha concluso D’Eramo, “ha deciso contro il suo partito di candidarsi con un polo solo apparentemente civico. Ha fatto perdere le elezioni e oggi minaccia la crisi in Regione. È lui che decide le alleanze, cosa va bene o no e addirittura minaccia una crisi. Peraltro, decidendo di condividere un progetto politico con gli stessi uomini che hanno tentato di mandare sotto processo Silvio Berlusconi. Quando accade questo significa che sono saltati tutti gli schemi. Dal canto nostro, ci faremo promotori di iniziative rispetto alle decine di dossier aperti in campagna elettorale sulle problematiche più care e vicine ai cittadini. La Lega continuerà a stare dalla parte della gente”.