Tagliacozzo. A un mese dalla presentazione delle liste, per cercare di capire qualcosa sulla situazione politico-amministrativa di Tagliacozzo tentiamo di abbozzare un’analisi dei flussi elettorali a partire dalle ultime comunali. Nel maggio 2016 vinse la lista del sindaco Vincenzi Giovagnorio con 1421 voti; a poca distanza Vincenzo Montelisciani si (af)fermava a 1353 voti; seguiva il Sindaco uscente Maurizio Di Marco Testa che, alle prese con disavventure giudiziarie, arrivava 1174 voti. Campioni di preferenze erano stati rispettivamente Roberto Giovagnorio, Chiara Nanni, Giuseppe Mastroddi, Manuela Marletta e Lorenzo Colizza per la lista vincente; Romana Rubeo, Maria Antenucci, Michael Tellone per “Tagliacozzo unita”; Angelino Poggiogalle, Alessandra Ricci, Angelo Di Marco del “Paese che vorrei”.
In questi 5 anni di consiliatura alcuni “pezzi” di elettorato si sono spostati. Le forze politiche presenti nel territorio hanno avuto modo di confrontarsi e misurarsi elettoralmente in occasione delle elezioni politiche del 2018, con il centro-destra che a Tagliacozzo arrivava al 50%, il centro sinistra fermo al 14,9% e il MoVimento 5 Stelle con un buon 28,3%. Nel febbraio dell’anno successivo ci sono state le elezioni regionali vinte da Marsilio su Legnini: 54% contro 33,6% a Tagliacozzo, con il M5S all’11%. Pochi mesi dopo, alle europee si confermava una Lega in crescita dai 700 fino a sfiorare il migliaio di voti, il PD attestato sui 400, cifra cui torna anche il M5s; FdI si aggira intorno ai 300 voti.
A nessuno sfuggono le ovvie ragioni per cui tutti questi valori hanno un significato relativo quando si scende a parlare di elezioni comunali. Anzitutto va considerata la fine dei vecchi sistemi partitici di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo (link), con l’estrema volatilità e volubilità delle appartenenze e degli schieramenti, da me definita aeriforme. Tanto per dire, il M5s, maggiore forza parlamentare, e la Lega, maggiore forza locale, non hanno rappresentanti sul territorio. A livello locale conta (sempre) di più la conoscenza diretta dei candidati, le note caratteriali, la disponibilità all’ascolto, la presenza sul territorio, la rete parentale, amicale, a volte anche clientelare, che si creano e trovano riscontro nella vita quotidiana.
Da questo punto di vista il gruppo che ruota intorno al sindaco Giovagnorio, superate alcune spigolosità dei primi anni (che hanno portato alla scissione del gruppo di Berardinetti-Marletta e a diverse inimicizie personali), ha potuto mantenere una certa coesione e anzi sembra essersi rafforzato con la gestione dell’emergenza sanitaria (come è avvenuto in tanti altri contesti) e con le tante iniziative intraprese. Tra l’altro, il conflitto aperto con gli organi regionali ha consolidato il rapporto con la parte maggioritaria del PD, che si ripropone con 3 candidati di peso.
Dall’altra parte, è di questi giorni la notizia dell’accordo raggiunto tra il gruppo di Di Marco Testa è quello di Montelisciani sul nome di Franco Salvatori. Al netto di un candidato molto titolato ma forse non abbastanza radicato, c’è da rilevare che in politica due più due non fa quattro, mille più mille non è detto che faccia 2000, tanto meno a distanza di 5 anni in cui, per parafrasare, il potere logora (anche) chi non ce l’ha. Dipende tutto dalla squadra che si riesce a mettere in lista.
È tutta da verificare la tenuta elettorale della “Parigina”, che non può che passare per candidature pesanti. Pare poi lecito domandarsi quanto unita sia “Tagliacozzo unita”: non sembrano ancora definite la collocazione del gruppo minoritario della sinistra (LeU). Né pare scontata la partecipazione del gruppo di Villa San Sebastiano, frazione più popolosa e sempre politicamente molto attiva. Ma soprattutto bisogna guardare al gruppo che a suo tempo aveva eletto in Giunta Maria Antenucci e che oggi, per ragioni parentali quanto ideologiche, fa riferimento a Fratelli d’Italia: ad oggi si ritrovano in una posizione di ago della bilancia tale da garantire generose offerte da tutti e due gli schieramenti che vanno formandosi. La domanda che dobbiamo tutti continuare a porci sempre è: qual è la soluzione migliore per la comunità di Tagliacozzo?