Tagliacozzo. Più di un mese fa, lo scorso 16 luglio, commentavamo la tappa del Tour de France in cui un giovane sloveno vinceva indisturbato sia per il suo ottimo allungo, sia soprattutto perché i corridori con cui era in fuga tardavano ad accordarsi per organizzare un inseguimento adeguato. Restando quasi bloccati a controllarsi a vicenda e studiare le rispettive mosse, davano al fuggitivo solitario l’opportunità di aumentare addirittura il suo vantaggio e arrivare al traguardo incontrastato e anche alquanto incredulo.
Trasponendo la metafora sportiva alla situazione politica relativa alle elezioni comunali di Tagliacozzo, si deve dire che a distanza di un mese siamo sostanzialmente allo stesso punto: il fuggitivo è sempre più solo e saldamente proiettato verso il traguardo; tra gli inseguitori alcuni hanno tentato di organizzarsi per sostenere la volata di un titolato campione “straniero”; alla rinuncia di quest’ultimo ci si ritrova sempre più disorientati, con in più la tentazione di attribuirsi vicendevolmente colpe e responsabilità del mancato accordo.
Già nell’inverno scorso c’era stato un altro tentativo molto più maldestro, giocato con inaudita sprovvedutezza, di un buon candidato su cui far convergere la parte di comunità che non gradirebbe la riconferma dell’attuale sindaco.
La situazione continua a essere particolarmente fluida, anzi dicevamo “aeriforme”, in un contesto politico di svincolamento da ogni appartenenza ideologica che permette a tutti di dialogare con tutti senza alcuna remora. A oggi, l’impressione è che si possano quasi saltare due fasi fondamentali del percorso che porterà alla nuova amministrazione dei prossimi cinque anni: trascurando il momento della formazione delle liste dei candidati e quello della campagna elettorale vera e propria in cui i cittadini elettori esprimono le proprie preferenze, c’è chi già si spinge a pensare direttamente alla formazione della Giunta comunale con i 4 assessori che accompagneranno il Sindaco nella sua attività gestionale. Sarebbero troppi gli “italiani pronti a correre in soccorso del vincitore” secondo l’illuminante immagine di Flaiano.
In altri termini, ci sarebbe il concreto rischio di una lista unica che dal punto di vista democratico sarebbe una vera aberrazione. Tuttavia, manca ancora una dozzina di giorni e sappiamo che il tempo in questi frangenti è enormemente dilatato, complice anche il periodo di ferie estive: gli incontri e i contatti che normalmente si fanno in una settimana in questo momento si realizzano in una manciata d’ore.
Potrebbe ancora esserci spazio per colpi di scena dell’ultima ora, a patto di non proporre soluzioni scarsamente efficaci in quanto potrebbero apparire eccessivamente rabberciate.
Volendo sommariamente delineare un quadro delle forze in campo, l’unica certezza rimane l’impegno del sindaco Giovagnorio nel comporre una lista con la sua squadra.
Ci si può altresì attendere che il Pd resti coeso sotto l’attuale maggioranza pur dovendo acconsentire alla coabitazione con la Lega, presente con un suo esponente in lista e pensando a un accordo anche con il gruppo Donzelli-Fratelli d’Italia.
Ma in caso di lista unica sarebbero troppi i raggruppamenti che resterebbero fuori dei giochi.
C’è da domandarsi cosa faranno quelli di “Articolo 21”, quelli de “Il Paese che vorrei (la “Parigina”), Mercuri e i Pendenza, i Venturini e i Montelisciani (Tagliacozzo unità), il gruppo Berardinetti-Marletta. Va considerato che, in virtù del vigente sistema elettorale, un eventuale seconda lista avrebbe automaticamente quattro posti in Consiglio comunale a prescindere dai consensi raccolti. Ultima annotazione, anche in ordine di rilievo: il Movimento 5 Stelle rimane “non pervenuto”.