Collelongo. Dopo l’incontro del circolo del Partito democratico di Collelongo, svoltosi in data 6 marzo, gli esponenti della zona hanno inviato un comunicato stampa riguardo l’analisi del voto delle recenti elezioni politiche. “Si ritiene ovviamente fondamentale recuperare quanto prima il rapporto con la base del Partito Democratico. Anche alcuni esponenti direttamente coinvolti nella competizione elettorale, all’indomani del voto, hanno fatto dichiarazioni con le quali evidenziavano il distacco dall’elettorato come motivo principale della sconfitta. Fa specie però sentirlo da chi ha contribuito in questi anni ad ampliare tale frattura.
“Ricordiamo tutti le passate elezioni provinciali dove venne presentato, dai dirigenti del partito, uno schema politico già compilato. Venne chiesto ai circoli di sostenere il candidato presidente del centrodestra, provocando le ire di alcuni segretari. Questo “sacrificio” aveva come unico scopo quello di non intaccare l’equilibrio regionale. Quello stesso equilibrio che gli stessi vertici, appena qualche mese dopo, non si sono più preoccupati di salvaguardare, abbandonando di corsa quel Titanic che loro stessi hanno guidato contro un iceberg, salendo subito sulle scialuppe di salvataggio. Scialuppe che però non hanno solcato il mare impervio dell’uninominale ma hanno navigato nella tranquillità del proporzionale. Manovra incomprensibile, vista da molti come difesa di una sicura collocazione personale più che figlia di un progetto politico.
Per questo siamo a chiedere al Presidente Luciano D’Alfonso di onorare il suo mandato regionale e di restare quindi alla guida dell’Abruzzo fino a scadenza di mandato. Lo chiediamo visto anche la quasi impossibilità di avere un “Abruzzo al Governo”. Non ci sarà Abruzzo al governo . Non ci sarà per la sconfitta del Partito Democratico e per il deludente risultato abruzzese. A tal riguardo l’ex ministro Lotti è stato molto chiaro.n Ci saremmo aspettati una analisi più approfondita di quella che è stata una sconfitta storica e dolorosa per la proposta elettorale del centro sinistra; una chiara e decisa ammissione di responsabilità da chi ha avuto l’onore di rappresentarla e che è parte in causa della sconfitta. Quello che abbiamo letto all’indomani del voto è stata invece una goffa quanto improbabile fuga dal cosiddetto “renzismo”, di cui pure i nostri rappresentanti locali sono stati espressione diretta.
Sicuramente non è stato un momento felice per il nostro segretario uscente che si è affidato totalmente ai vertici regionali del nostro partito. Gli slogan “nessun paracadutato” e “ solo espressioni del territorio” ci hanno accompagnato per tutta la campagna elettorale. Con queste premesse va fatta una analisi realmente profonda e seriamente realistica. La colpa della sconfitta deriva anche da quelle “espressioni del territorio” che forse non sono più portavoci delle vere necessità del nostro territorio. In un vero partito un eletto non decide autonomamente la propria collocazione ma si confronta con il proprio elettorato per decidere sulla base di un interresse collettivo e non personale.Chiediamo ai nostri rappresentanti in regione un impegno decisamente maggiore. Chiediamo loro di sostenere ed indirizzare in maniera più proficua le amministrazioni comunali. Un consigliere regionale non può limitarsi ad informare sull’uscita di un bando ma dovrebbe spiegarlo così da garantire una sempre migliore qualità della risposta agli stessi. La semplice notizia di pubblicazione di un bando è facilmente reperibile. Un consigliere regionale dovrebbe essere vicino ed a totale disposizione delle amministrazioni locali, dovrebbe essere un punto di riferimento al quale rivolgersi per presentare le istanze di un territorio, dei cittadini. Solo se così tornerà ad essere riusciremo a ricreare una fiducia ed un rapporto con quella base che in questa occasione ci ha voluto mandare un segnale chiarissimo.
Chiediamo ai vertici del Partito Democratico provinciale e regionale di instaurare un rapporto diverso con i circoli e gli iscritti. Pensiamo che questo si possa realizzare ripartendo da riunioni programmatiche. Troppe volte, negli ultimi tempi, gli incontri non sono stati momenti di confronto ma occasioni nelle quali si presentava agli invitati ciò che poche persone avevano già deciso altrove. Se non si contribuisce insieme ad un progetto politico non si riuscirà a raccogliere consenso attorno ad esso; queste elezioni ne sono la dimostrazione. Proponiamo una Assemblea il più possibile ampia in cui venga fatta una analisi del programma elettorale presentato alle scorse elezioni regionali. Va fatta una verifica completa di ciò che è stato fatto, ciò che è in atto (Masterplan, ospedale di Avezzano, per citarne un paio) e ciò che si dovrà fare. Solo riportando gli iscritti al centro della discussione politica possiamo immaginare una ripartenza che ci faccia dimenticare alla svelta questo risultato