Stiamo assistendo a una frattura sociale nata e cresciuta in modo così repentino da non averne uguali nella storia dell’umanità. E’ quella tra vax e no vax. Una divisione sociale sì, ma anche ideologica, entrata nella vita di tutti i giorni, che è riuscita a cancellare anche quella politica e addirittura culturale. Ma cosa c’è dietro?
C’è la paura.
Alla base di tutto questo c’è la paura da un lato e l’egoismo dall’altro, due sentimenti che si bilanciano a vicenda, che ci fanno credere a tutto e al contrario di tutto. E credere, anche all’assurdo, è necessario alla tranquillità dell’animo e, per dir così, “a poter vivere“.
Perché la medicina non è matematica, non è fisica e non è neanche chimica.
La medicina è imperfetta e come tale si districa tra i meandri della probabilità e quelli dell’anatomia.
Quando viene contestato ai no vax di non affidarsi alla scienza è un rimprovero ingiusto. Perché la medicina non è una scienza perfetta.
La medicina è una disciplina che si fonda essenzialmente più sull’osservazione e sull’esperienza che sul calcolo matematico.
Una disciplina caotica, quasi confusionaria, in continua evoluzione. E mai, come in questa occasione dettata dal covid, questa imprecisione è emersa in tutta la sua drammaticità, con la comunità scientifica divisa quasi su tutto, convinta di tutto e del contrario di tutto, tanto per dirlo senza infierire più di tanto.
Che poi i vaccini siano il male minore, almeno per ora, solo un miope (anzi, un cieco, che è meglio) può non capirlo.
Una delle poche cose certe di questa epoca covidiana, oltre all’arrivo del virus, è la nascita della filosofia complottista, così ridicola da non poter essere condivisa da nessun uomo sano di mente, ma così reale da dover essere in fondo capita, compresa, persino giustificata.
E lo aveva capito bene Leopardi, già ai suoi tempi, quando scriveva:
“Abbiasi per assioma generale che, salvo per tempo corto, l’uomo, non ostante qualunque certezza ed evidenza delle cose contrarie, non lascia mai tra sé e sé.. di creder vere quelle cose, la credenza delle quali gli è necessaria alla tranquillità dell’animo, e, per dir così, a poter vivere”.
E’ la paura della morte che ci fa credere a tutto e al contrario di tutto. Ma, come diceva uno che conosco bene, la paura è sempre peggio della sua causa.
E, per essere sinceri con se stessi, dovremmo ammettere che tanto è ridicola la tesi complottista contro i vaccini, quanto lo sono (o lo sono state) quelle di una parte della comunità scientifica. Come quando, nell’estate del 2020, sosteneva la definitiva scomparsa del virus, oppure la confusione nelle cure domiciliari, cortisone sì cortisone no, antibiotici sì antibiotici no, un metro di distanza, oppure due, copertura al 90%, al 60%, funziona contro la variante, non funziona più… e tante altre contraddizioni del genere. Se ne potrebbero elencare altre per ore.
Scivoloni di quel mondo scientifico che oggi non può sentirsi autorizzato a criticare, a rimproverare chi, come il popolo dei no vax, si fa propugnatore di altrettanta incongruenza.
Certo, i no vax ci stanno riempiendo gli ospedali, ci stanno facendo rinviare quasi mezzo milione di interventi oncologici programmati, ci stanno occupando le terapie intensive privandone anche quei pazienti no covid che ne hanno grande bisogno, stanno facendo arrivare nei reparti i bambini, costretti a essere ricoverati senza avere vicino un papà, una mamma, una nonna, cose che traumatizzano a vita. Ma tutto ciò, per quanto sia grave e drammatico, non fa del mondo scientifico il detentore della verità assoluta, e non gli dà la patente della critica nei confronti di chi non vuole vaccinarsi.
Anzi questi ultimi, se proprio si vuol essere intellettualmente onesti, sono maggiormente giustificati nell’affermare le loro deliranti teorie e nel perseverare nell’errore, in quanto trattasi per lo più di persone totalmente ignoranti in materia. Non sanno di cosa parlano, si affidano spesso a teorie sconclusionate, un po’ come fanno le persone con i maghi. Quindi, possono dire quello che vogliono anche se un senso non c’è.
Al contrario, dalla comunità scientifica non te l’aspetti tanta approssimazione.
È proprio per questo che i dati raccolti su milioni di persone non riescono ora a razionalizzare le scelte e i comportamenti irrazionali dei no vax.
Siamo sempre lì, ci guidano più la paura e l’egoismo che un altruistico e coraggioso senso di maturità.
Un no vax se ne frega del senso di responsabilità, delle varianti che rischiano di aumentare, di una economia che muore e di un mondo che va a rotoli.
Hanno paura del vaccino. Stop. Questa è la verità.
Ma allo stesso modo, non si dica che chi si vaccina lo fa per proteggere la comunità dalle varianti o per salvare il mondo che va a rotoli. Sarebbe troppo ipocrita. Perché, al pari dei no vax, il pro vax lo fa per proteggere se stesso dalla morte. O per lo meno lo fa per entrambe le cose, ma prima per salvarsi la pelle e solo poi, forse, per il resto.
Se non è così, allora chi lo fa con spirito diverso da quello dei no vax, chi lo fa principalmente con spirito altruistico, alzi la mano.