Avezzano. Si chiama Adoiou Abderrahim, ha 48 anni, ed è lui “l’angelo della strada”, il marocchino così soprannominato da Romina Ricci, la donna salvata nel canale del Fucino insieme al marito e al figlio di cinque anni grazie a quel gesto temerario e coraggioso. Magro, testa bassa, voce fioca ma dal tono grave. E’ lui quell’eroe che tutti i media d’Italia cercavano da tre giorni, da quando ha messo in salvo tirandola fuori dall’auto che sprofondava nell’acqua un’intera famiglia di San Benedetto. Ha deciso di farsi conoscere all’opinione pubblica dopo aver letto l’appello della donna salvata sui media. Se non fosse stato per lui sarebbe stata una tragedia. Invece si trovava la posto giusto nel momento giusto. “Ho fatto solo il mio dovere”, racconta Adoiou, clandestino, ma da diversi anni in Italia. Parla di quello che è accaduto senza dagli troppa enfasi, come se fosse una cosa di tutti i giorni. Invece non è così perché in quell’acqua fredda ci è rimasto per diversi minuti e ha rischiato di rimanere bloccato nel fondo, tra il fango. Ma lui racconta il suo gesto valoroso parlandone in modo quasi distaccato. “Noi eravamo dietro la macchina finita nel canale”, spiega, “e alla curva l’abbiamo vista sparire nel nulla”. In auto oltre a lui c’era un connazionale e una ragazza. “Così ci siamo fermati e abbiamo visto che era finita nel canale e stava andando giù. Ho tolto i pantaloni e mi sono tuffato nell’acqua. Sui sedili posteriori c’erano il bambino e il padre. I sedili erano bloccati e li ho tirati fuori dai finestrini uno dopo l’altro e li ho trascinati sull’erba. poi sono tornato a prendere la moglie che era bloccata nell’auto. Sono rimasto in acqua diverso tempo cercando di darle coraggio e stringendole la mano”. Il racconto di Adoiou prende un tono più intenso, e dall’apparente freddezza il suo sguardo diventa quasi commosso, da distaccato il suo atteggiamento si fa appassionato. “Alla fine tutti e tre sono stati messi in salvo sul bordo del canale e sono stati curati e trasportati in ospedale. Sono contento che ce l’hanno fatta”. Dopo il salvataggio il marocchino si è allontanato ed è tornato a casa per riscaldarsi. I due genitori hanno riportato fratture gravi in più parti del corpo e lui è in prognosi riservata ma non sono in pericolo di vita. Il bambino, invece, sta bene. Ora il marocchino senza nome ora viene ritenuto un vero eroe tanto che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e quello della Provincia, Antonio Del Corvo, hanno chiesto un riconoscimento. Si pensa già a un permesso di soggiorno. Per ora lo straniero si è rivolto a un legale, l’avvocato Roberto Verdecchia, perché per la legge resta pur sempre un clandestino e il fatto di essere venuto allo scoperto potrebbe farlo finire dritto nelle mani delle forze dell’ordine. Se così dovesse essere, sarebbe un’onorificenza alquanto singolare per un gesto eroico.