Celano. Sanità nella Marsica, le riflessioni del Consigliere comunale di Celano Gaetano Ricci in una lettera aperta. “La Giunta regionale uscente, senza vergogna, sbandiera ai quattro venti risultati assolutamente modesti, sulla gestione della nostra sanità: approvazione di una rete ospedaliera che io definirei scandalosa. Una rete che riduce la capacità operativa della struttura sanitaria di Tagliacozzo (che perde il codice ospedaliero), rende il PTA di Pescina un satellite ed una succursale dell’Ospedale dell’Aquila (mentre vengono messe a norma le strutture del capoluogo di regione), e dichiara il proprio fallimento politico chiamando “in soccorso” i medici militari, della sanità militare, per fronteggiare le esigenze di assistenza di tutto il comprensorio dell’Alto Sangro (popolazione residente e turisti) mentre quelle terre confidano nelle opportunità del turismo invernale”. Scrive il consigliere Ricci.
“Un disastro, che solo gli attuali amministratori regionali possono negare, la popolazione abruzzese, le persone “comuni”, come me, si trovano quotidianamente a subire liste di attesa lunghissime; parcheggi di degenti, ammalati, per giorni e giorni, nei corridoi dei pronto soccorso in attesa di posti letto nei reparti; macchinari rotti o obsoleti che costringono a rivolgersi ai privati pagandone i costi, per chi può pagare! Uno scandalo, ormai insostenibile e insopportabile, di fronte al quale la Regione Abruzzo e la Asl dell’Aquila annunciano inarrivabili assunzioni e concorsi per primariati a distanza di pochi mesi dal voto regionale! Mi chiedo e chiedo a voi, si faranno un esame di coscienza? Anche io, oggi, ho dovuto sperimentare sulla mia viva pelle i ritardi sopra descritti. Per sottopormi ad un elettrocardiogramma da sforzo, a causa della rottura dei macchinari basilari per l’assistenza cardiologica della popolazione marsicana, per la difficoltà nella ricerca di spazi liberi nell’altrove dei diversi ospedali provinciali, per due esami diagnostici, che dovrebbero essere di routine, ho ricevuto una prenotazione ad ottobre e a novembre del 2024.
Ringrazierò sempre, li considero eroi, il personale medico, delle professioni sanitarie (infermieri, o.s.s.,), il personale ausiliario e amministrativo che, nonostante le difficoltà, lavora, quotidianamente, per tutelare la nostra salute, ma, permettetemi cari lettori, chi ha governato la sanità regionale in questi cinque anni, i manager nominati dalla politica, non potranno mai avere la mia stima politica il mio riconoscimento, la mia ammirazione. A fronte di questo sfascio del sistema sanità, “ognuno fa quel che può e si cura come può; prenota altrove, si rivolge al privato, chiede all’amico di turno se conosce tizio per pregare caio che lo raccomandi al dott. sempronio di cercare una soluzione arrangiata al suo problema”, e purtroppo accade, e si riesce spesso, contribuendo a far aumentare la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni pubbliche. “Secondo quanto evidenziato dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2022 il 36% dei cittadini, in special modo quelli appartenenti alle fasce sociali più svantaggiate, ha rinunciato a una visita medica specialistica: un dato assai preoccupante, se si pensa che nel 2020 la percentuale delle rinunce per via delle lunghe liste d’attesa era pari solo al 10%”. Vi sembra giusto? Una condizione normale di un paese civile?
Potrei dire molte azioni da mettere in campo, dalla riforma organizzativa e territoriale delle ASL, alla manutenzione puntuale sotto il profilo del rischio sismico di strutture decadenti, dalla realizzazione del fascicolo sanitario dei pazienti per garantire la piena digitalizzazione dei processi di presa in carico degli assistiti, all’investimento nell’acquisto di nuove attrezzature tecnologicamente avanzate, oppure la promozione di corsi di educazione sanitaria per i giovani e per gli anziani, ma sono proposte che adesso restano ghiacciate sulle dita, mentre digito sulla tastiera questa denuncia, e penso con sconforto che per fare meglio di quel che si vede tutti i giorni sarebbe sufficiente, semplicemente, ripartire da una moralizzazione dell’ambiente della sanità, aggredito spesso da guerre intestine per la scalata dei primariati, dalle sfide rusticane del personale sanitario sfiancato da turni massacranti, dalla superficialità dei manutentori dell’impiantistica, creando un contesto nel quale troppi non sentano il bisogno di rivolgere una parola ed un’azione amorevoli verso quei pazienti adagiati, in solitudine, nei lettini di inospitali corridoi o di camerate colme di paura e di dolore. Serve coraggio, organizzazione nuova e una rinnovata speranza. Sono molto arrabbiato, sono molto preoccupato, per me, per i giovani, per gli anziani, per la mia gente. E’ ora di cambiare, di scrivere una nuova pagina, una nuova sanità. Anche per questo, forte della responsabilità sulle spalle dell’essere amministratore comunale, accetto la sfida di queste elezioni regionali”. Conclude Ricci.