Ci sarebbero tante cose da dire su Giammarco De Vincentis. Non basterebbe un libro per raccontare la sua vita semplice ma intensa, travagliata ma gioiosa.
Era la fine degli anni ’90. Fu allora che conobbi questo agricoltore fuori dalle righe. Aveva un’azienda nel Fucino ma lui era avanti, molto avanti. Viveva in un mondo tutto suo. Era già su internet con Radicchio.it e aveva una visione nuova dell’agricoltura e della valorizzazione dei prodotti del territorio. Per lui c’erano prima i valori della sua terra, poi tutto il resto. E ci credeva davvero.
Aveva un approccio con la comunicazione, e con la vita, diverso dal solito, intuitivo, geniale: era un appassionato, un visionario, un sognatore.
Memorabili le sue prese di posizione a difesa della categoria agricola, le sue battaglie a sostegno degli interessi del Fucino, i suoi interventi anticonformisti, spesso infuocati, il suo impegno nelle associazioni, nell’attività amministrativa e nel sociale.
Ma conobbi veramente Giammarco De Vincentis qualche anno dopo, sotto un altro punto di vista. Per me fu una grande sorpresa. Dietro quella dura corteccia da lavoratore della terra e da imprenditore si nascondeva una fede profonda, che con gli anni sarebbe diventata una fede incrollabile.
Cominciò a utilizzare tutte le sue capacità da autodidatta del web, tutto quello che aveva imparato negli anni della sua attività imprenditoriale lo riversò nella fede. E quando qualcuno in paese cominciò a guardarlo in modo strano, facendo fatica a comprendere il suo impegno per l’evangelizzazione globale, non se ne fece un problema. Continuò dritto per la sua strada, come era solito fare, controcorrente. Aveva un’idea chiara della sua vita e della vita. Qualche anno dopo tutti avrebbero riconosciuto i valori che quest’uomo marsicano avevano nel cuore.
Una grande devozione si nascondeva in quest’uomo di fede. Una devozione che lo portò a dare vita alla madonna del sassolino. Nella sperduta frazione di Santa Maria, comune di Ortona dei Marsi. Non senza ostacoli e con grandi difficoltà, diede vita a una realtà nata dal nulla e destinata a raggiungere tanti fedeli da ogni parte d’Italia. Fece erigere un monumento alla Madonna e riuscì a far benedire la statua di Santa Maria, a cui ognuno poteva rivolgersi per chiedere aiuto e grazie.
Con l’avvento e la diffusione dei social riversò le sue capacità comunicative prima su Youtube, poi su Facebook, creando una rete di tante persone che si affidavano alla Madonnina. Ci furono anche dei piccoli pellegrinaggi e momenti di preghiera fin sopra alla collina dove si trova la statua.
Poi arrivò la malattia, un calvario durato più di vent’anni e raccontato passo passo, giorno dopo giorno sui social. Una odissea che lo ha visto da un lato combattere anche contro la malasanità dilagante, ma dall’altro lato valorizzare la buona sanità. Un evento che con il passare del tempo lui trasformò in momenti di verità live, di dura realtà. Un invito, il suo, a vivere la vita a pieno, senza farsi bloccare dalle proprie paure, inseguendo comunque e nonostante tutto i propri desideri per non vivere di rimpianti. Rimpianti che di certo non ha mai avuto. Anni di sofferenze che non hanno mai tolto il sorriso dal volto di Giammarco.
Di Giammarco resta tanto: un libro (Quando la neve si scioglie), migliaia di video, messaggi social, preghiere, rosari recitati online, poesie, foto e tantissimo materiale. Lascia il valore della famiglia, che amava, del lavoro, che rispettava, della solidarietà, che praticava, della fede, che viveva.
Ma la cosa più importante che lascia è un insegnamento, quello dell’amore per la vita, della preghiera sempre e della gioia in Dio.
Il 13 ottobre scorso, consapevole che il suo viaggio era vicino al traguardo, mi scrisse descrivendo la sua grande serenità:
“Noi siamo solo dei passeggeri su un pullman, non siamo noi a guidarlo, lo stesso capita quando qualcuno dà le carte nella partita più importante della nostra vita.
Bisogna andare avanti anche se le forze verranno ad essere meno.
Col tempo avrete risposte a tante cose che oggi sembrano inutili e senza senso.
La vita è come un mosaico da ricostruire, i pezzi arriveranno in tempi diversi, non buttate nulla, un giorno vi servirà.
La mia vita non sarà più col fiato addosso, sarà Dio a decidere”.