Tagliacozzo. Se ne va un giornalista doc, che ha saputo documentare per decenni tutti gli aspetti della vita sociale, economica e culturale dei Comuni italiani, che è riuscito, con il suo microfono, a intervistare tantissimi personaggi di diverse generazioni, senza mai tralasciare gli aspetti della cultura locale, della sua Marsica e del suo Tagliacozzo, dove era nato il 7 ottobre 1950.
E’ morto all’età di 68 anni Enzo Coletta, giornalista completo, eclettico, appassionato. Creatore di diversi format televisivi tanto che in realtà può essere considerato un “giornalista-produttore” di se stesso.
E’ stato infatti ideatore e conduttore di tanti programmi tv e dei primi talk show locali come “Attenti al lupo” fino a “Il talk show di Enzo Coletta”, ma anche realizzatore di reportage in Croazia, a Washington, all’isola del Giglio. Inviato al Festival di Cannes, alla Mostra cinematografica di Venezia, a Miss Italia, al Festival di Sanremo dal 1981 dove consegnava ai vip “Il Cannarozzetto d’oro”, premio assegnato anche ad Antonio Ricci. Ideatore anche di programmi radio come “In diretta dalla Standa”, “Ok cioè vai col Disco”, “In fondo la gente è buona”.
L’obiettivo del giornalista free lance tagliacozzano è sempre stato quello di dare maggiore visibilità ai territori, ai comuni, a enti e associazioni, per evidenziarne e valorizzarne le caratteristiche turistiche, le tradizioni, le bellezze artistiche e naturali, arte culinaria, accoglienza.
Personalmente voglio ricordarlo per quello che era: un giornalista di vita. Questo per dire che ha continuato a fare fino all’ultimo momento quello che amava, quello che aveva fatto per tutta la vita. Non a caso, infatti, continuava a chiamarmi, a interessarsi di tutto, a darmi notizie anche quando i problemi di salute gli impedivano ormai di svolgere qualsiasi attività. E anche senza voce, alla fine, ha continuato a informarmi, a scrivermi e a scambiare opinioni con me tramite messaggi. Ci lascia un copioso archivio video, con trasmissioni, reportage e interviste che spero venga conservato e diffuso, magari sul suo canale Youtube, che teneva sempre vivo. Ci lascia però anche un esempio di come fare il giornalista, a qualunque livello, deve essere prima una passione e poi un lavoro.
Vogliamo ricordarlo come sarebbe piaciuto a lui, lasciando ai lettori e ai suoi telespettatori qualche video e qualche immagine di ciò che ha fatto per una vita. @pietroguida