Avezzano. Ha seguito la sua indole di cane da pastore nonostante non abbia mai avuto un vero gregge da accudire. Si chiamava Mina, era un pastore abruzzese, vegliava sugli operai del nucleo industriale di Avezzano accompagnandoli regolarmente a lavoro, nei vari stabilimenti, d’inverno e d’estate. Lo ha fatto per quasi sedici anni. E’ morta pochi giorni fa. “Amava lo spazio e la libertà”, racconta un lavoratore, “rifiutando ogni tipo di giaciglio e infischiandosene della sua incolumità”.
Mina passeggiava tutti i giorni sul ciglio delle strade che collegano le industrie marsicane. “Una volta”, ricorda un altro operaio, “è stata investita, è stata curata, portata in un canile, ma siamo andati a riprenderla per restituirle la libertà”. Di recente era finita in un fosso pieno d’acqua, anche in quella circostanza se l’era cavata. Mina, riferiscono commossi gli operai, è stata fino alla fine accanto a Chicco, anziano meticcio con il quale domenica scorsa ha trascorso gli ultimi istanti della sua vita.