Gioia dei Marsi. È emergenza continua per l’orso marsicano. Dopo la morte di un cucciolo nel versante laziale del Parco nazionale, ora il pericolo della Tbc bovina è ancora presente nei pascoli di Gioia dei Marsi. L’associazione Salviamo l’orso chiede al Ministero della Salute e ai Servizi veterinari regionali un piano per debellare definitivamente l’infezione. Due casi di tubercolosi Bovina sono stati accertati a Gioia nel corso della campagna di controllo del bestiame allo stato brado lanciata da Comune, Corpo forestale e Parco nazionale. Inoltre, non si può aprire la caccia al cinghiale nella Zona di protezione esterna al Parco il 1 di ottobre. La richiesta dell’associazione è che la Regione onori il protocollo firmato a marzo al ministero dell’Ambiente insieme alle Regioni Lazio e Molise. Un altro appello è stato infine rivolto all’assessore regionale alla Caccia, Dino Pepe, affinché “nel calendario venatorio vengano ripristinate e ampliate le misure di mitigazione nelle zone frequentate dall’orso e nelle zone di protezione esterna del parco”. Per l’orso marsicano la settimana appena trascorsa ha riproposto le solite gravi emergenze che ormai da tempo Salviamo l’Orso non si stanca di continuare a segnalare alle istituzioni e alla opinione pubblica regionale e nazionale. Da un calendario venatorio che rimette in discussione anche i modesti miglioramenti dello scorso anno alla morte di un nuovo individuo, fino al perdurare dell’emergenza legata alla presenza della TBC bovina a Gioia dei Marsi, tutto sembra congiurare contro la sopravvivenza della popolazione di orso dell’Appennino.
“Un ennesimo esemplare di orso, questa volta un cucciolo di sesso femminile, è stato ritrovato esanime lungo una strada secondaria del Comune di Settefrati, appena fuori la zona di protezione esterna (Zpe) del Pnalm nel suo versante laziale. Molto probabilmente era uno dei 2 piccoli dell’anno segnalati nelle ultime settimane al seguito della madre dai tecnici del Parco impegnati nell’annuale censimento. È una perdita importante che si aggiunge ai 2 animali (un maschio e una femmina) deceduti nel corso del 2014. Ci auguriamo che la causa di morte sia accertata nel più breve tempo possibile, ma non è difficile ipotizzare per essa un motivo riconducibile come al solito all’azione dell’uomo. Che sia avvelenamento piuttosto che investimento oppure un attacco da parte di cani randagi, nessuna delle tre probabili cause è nuova o insolita, ma segnala nuovamente che sappiamo di cosa muoiono gli orsi senza riuscire ancora ad impedirlo.
Ancor più preoccupante è invece la notizia appresa durante un convegno pubblico a Pescasseroli dalla voce del Presidente del Pnalm Carrara dell’accertamento di un paio di nuovi casi di TBC bovina in quel di Gioia dei Marsi. Per chi ci segue è noto che da più di un mese ormai va avanti in quel comune un’operazione difficile, che ha richiesto un impiego imponente di uomini e mezzi della Forestale (financo alcuni voli di perlustrazione eseguiti dall’elicottero del Corpo) al fine di individuare e catturare una mandria di bovini allo stato brado e ormai quasi rinselvatichiti che per anni sono sfuggiti a qualsiasi controllo sanitario. L’operazione era stata a lungo invocata da Salviamo l’Orso e da altre associazioni, tra cui il Wwf , che avevano chiesto il divieto di pascolo in quel territorio non certo per far dispetto agli allevatori, ma semmai per garantire la salute del bestiame fino a quando non si fosse accertata l’eventuale presenza di altri animali infetti.
L’azione del Ministero della Salute, della forestale, del Pnalm e dei Servizi Comunali di Gioia dei Marsi ha finalmente permesso che una situazione totalmente fuori controllo fosse ricondotta nell’alveo della legalità nell’interesse certamente anche della conservazione dell’orso (ricordiamo che un’orsa è morta di Tbc bovina in quell’area a primavera) ma anche degli allevatori virtuosi e dei consumatori.
Resta per noi l’amarezza di essere stati addirittura tacciati di allarmismo da chi in Regione e in Confagricoltura proclamava che tutto fosse sotto controllo, contestando come inutili le prescrizioni del Ministero della Salute relative alla sospensione del pascolo in determinate aree dei Comuni di Gioia dei Marsi e Lecce nei Marsi. Purtroppo vediamo oggi quanto inopportuni fossero quei proclami e quanto giustificato il nostro allarme e la richiesta di controlli a tappeto su tutto il bestiame dell’area.
Rimaniamo ora in attesa delle decisioni degli enti , dal Ministero della Salute ai Servizi veterinari regionali all’Asl competente per territorio , decisioni che non possono più essere rimandate per la definitiva bonifica dei pascoli dell’area, provvedimenti che vanno presi rapidamente e senza tentennamenti visto che la situazione si trascina ormai cosi da tre anni a questa parte.
E per ultimo non possiamo non appellarci al nuovo assessore Pepe affinché nel calendario venatorio di quest’anno vengano ripristinate ed eventualmente ampliate le misure di mitigazione già previste lo scorso anno nell’areale dell’orso e in special modo nella Zpe del Pnalm, dove l’apertura della caccia al cinghiale non deve avvenire prima dell’1 di Novembre e la tecnica della braccata deve essere vietata. La Regione Abruzzo che ha firmato un Protocollo per una serie di azioni prioritarie a favore della conservazione dell’orso nel Marzo scorso , insieme a Lazio, Molise e Ministero dell’Ambiente… e se n’è già dimenticata?”.