Avezzano. È abruzzese la protagonista del tutorial del dottore avezzanese Tito Marianetti, andato in onda nel pomeriggio di oggi, nel programma Raidue “Detto Fatto“. Chiara Ronchi, 30 anni di Pescara, è affetta da una rarissima malattia denominata Cutis Laxa, che causa un invecchiamento precoce dei tessuti di tutto il corpo.
Chiara è intervenuta in trasmissione all’interno dello spazio sulla chirurgia estetica del volto curato dal dottor Tito Marianetti di Avezzano: la ragazza si è infatti sottoposta con il noto chirurgo marsicano ad un intervento in diretta di lifting cervico facciale, per ritrovare l’aspetto congruo ad una donna della sua età.
“L’intervento della durata di cinque ore, effettuato presso la clinica L’Immacolata di Celano è stato piuttosto complesso”, racconta Marianetti, “Chiara meritava di tornare a guardarsi serenamente allo specchio: è stato un’operazione lunga che ha ricollocato adeguatamente guance, tempie ed occhi: tutte le incisioni sono state nascoste tra la capigliatura e intorno all’orecchio, pertanto le cicatrici sono praticamente invisibili”.
La trentenne di Pescara si dichiara entusiasta dell’opportunità che la trasmissione le ha regalato: “ringrazio infinitamente la generosità della trasmissione e del Dottore che mi hanno permesso di potermi operare gratuitamente” e continua “ho capito fin dal primo incontro che il dottor Marianetti mi avrebbe cambiato la vita, ora finalmente posso tornare a concepirmi come una ragazza della mia età”.
La cutis laxa è una rarissima malattia, si stima infatti che al mondo siano presenti solo 400 casi, ereditaria o acquisita del tessuto connettivo per la quale al momento non vi è una cura definitiva. Chiara Ronchi, sfortunatamente non ha mai incontrato nessuno in Italia affetto dalla sua stessa patologia: “spero che dopo la messa in onda della puntata di oggi, possa essere contattata da persone affette dal mio stesso problema, è molto importante condividere le paure di una malattia al momento ancora sconosciuta”.
Nonostante le incertezze derivanti da una condizione così difficile, Chiara ha un incredibile grinta e determinazione: “voglio dar voce alla mia malattia, facendola conoscere in tutta Italia. Sto pensando di creare un’associazione che possa in qualche modo incentivare la ricerca ad occuparsi di questa patologia”.