Avezzano. Madre accusata di maltrattamenti in famiglia per aver offerto sostanze stupefacenti alla figlia sedicenne, minacciata verbalmente di morte con un coltello per farla assistere ai propri rapporti sessuali con svariati uomini. Ora è stata condannata a due anni e due mesi di reclusione senza benefici di legge.
Malmenava sua figlia adolescente, la ingiuriava, la costringeva ad assumere sostanze stupefacenti di vario genere per poi obbligarla ad assistere ad i propri rapporti sessuali con più uomini. G. B. E., 43 anni, di origine polacca, si è presentata stamani dinanzi al Giudice del Tribunale di Avezzano Anna Carla Mastelli per essere giudicata in relazione alle accuse di maltrattamenti in famiglia contro la figlia ex convivente, allontanata da lei attraverso l’intervento dei servizi sociali. La grottesca vicenda, venuta a galla nell’ottobre del 2010 nell’hinterland marsicano, vedeva protagonista una ragazzina all’epoca dei fatti appena sedicenne, che si è vista strappare via la propria adolescenza proprio da sua madre, la quale, infliggendole ripetutamente sofferenze fisiche e morali di vario genere, le ha reso mortificante e del tutto intollerabile la convivenza familiare.
In una occasione G.B.E., in uno stato di totale alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti di vario genere, ha addirittura puntato un coltello alla gola della propria figlia per costringerla ad assumere cocaina e ad assistere ad i propri rapporti sessuali con più uomini diversi, destrutturando totalmente il benessere morale e psicologico della ragazza allora minorenne, provocandole dei devastanti danni irreversibili ed indelebili a livello morale, emotivo, psicologico e comportamentale.
I maltrattamenti, protrattisi per anni, sono stati tra l’altro confermati da svariati testimoni (vicini di casa e assistenti sociali) che, al corrente della drammatica situazione che la giovane era costretta a subire a causa dell’innaturale comportamento di sua madre, non hanno esitato a dare il proprio contributo alla giustizia al fine di smascherare un siffatto scempio.
Il pubblico ministero Malandra Danila nella sua dura e lunga requisitoria ha richiesto per G.B.E. la pena di tre anni e sei mesi di reclusione.
La giovane “reduce” di tale crudele scenario, oggi poco più che ventenne, ha deciso di riscattarsi nei confronti della propria carnefice, e, rappresentata dall’avvocato Roberto Verdecchia del Foro di Avezzano, si è costituita parte civile nei confronti della propria madre, invocando la condanna della madre a dir poco snaturata chiedendo un equo risarcimento. La Mastelli, dopo una lunga camera di consiglio ha emesso la sentenza di condanna a due anni e due mesi di reclusione, il tutto senza benefici di legge, sentenza che se sarà confermata negli ulteriori gradi di giudizio, vedrà per la cittadina polacca aprirsi nuovamente le porte di qualche istituto di pena.