Avezzano. Giacciono come cattedrali nel deserto industriale della città. Sono scatole vuote le fabbriche di Avezzano, un tempo animate dal lavoro e dal viavai degli operai, oggi abbandonate nel degrado. Il nucleo industriale della città era uno dei più floridi in Abruzzo. Da qualche anno, a causa della crisi economica, però si sta svuotando lentamente portando dietro di se un vuoto occupazionale senza precedenti e difficile da colmare. Le vertenze sul tavolo del Ministero dello Sviluppo economico aumentano di giorno in giorno come del resto le preoccupazioni dei lavoratori marsicani che temono quotidianamente di dover rimanere a casa per carenza di commesse nelle loro aziende. Il viaggio di MarsicaLive nel nucleo industriale di Avezzano insieme al segretario provinciale della Fim-Cisl, Antonello Tangredi, attraversa strade ormai vuote con scheletri di aziende in abbandono e qualche sit-in di protesta delle fabbriche attualmente in crisi. Ad attirare l’attenzione soltanto qualche manifesto scolorito e qualche bandiera sindacale ormai ridotta a brandelli. Sono decine le fabbriche che un tempo davano lavoro a migliaia di marsicani e non solo e che oggi, a distanza di qualche anno, hanno abbassato le serrande e mandato a casa i lavoratori. Oggi sono poche le aziende che sopravvivono nel nucleo industriale di Avezzano, molte delle quali sono in crisi e con gli ammortizzatori sociali attivi per gran parte degli operai. Cosa potrà salvare le decine di fabbriche che continuano a chiudere e quali risposte la politica e i rappresentanti dei sindacati potranno fornire agli esodati, ai cassaintegrati e alle centinaia di giovani alla ricerca di un posto di lavoro?