Avezzano. Il collasso del settore delle costruzioni, da sempre volàno dell’economia del territorio, è ormai conclamato secondo Fausto Dramisino, Vicepresidente della Sezione Marsica di ANCE L’Aquila. “Da tempo ormai assistiamo a una continua e inesorabile riduzione delle imprese attive – afferma – anche di aziende storiche che dopo aver tentato di resistere intaccando anche i risparmi personali dei titolari, sono costrette a licenziare e chiudere”. Il Vice Presidente marsicano dei costruttori della provincia descrive un sistematico smantellamento del settore che sta avvenendo quasi silenziosamente, nella rassegnata indifferenza delle istituzioni, e che comincia a mostrare ripercussioni evidenti su tutta l’economia locale: segnano il passo le compravendite immobiliari, i servizi avanzati, il commercio e, a cascata, tutto l’indotto diretto e indiretto delle costruzioni. In questo contesto l’ANCE Sezione Marsica e i rappresentanti marsicani degli ordini professionali degli ingegneri, architetti e geometri hanno deciso di istituire un tavolo di lavoro permanente per affrontare insieme l’emergenza ed attivare strategie condivise. Secondo i componenti del tavolo va subito rilanciato il piano di investimenti del settore pubblico, avviata la semplificazione delle procedure burocratiche e rivista la generale interpretazione delle norme urbanistiche in senso meno restrittivo, pur nel pieno rispetto del territorio. “Uno dei primi obiettivi” – ha spiegato Dramisino – “sarà quello di sollecitare i comuni affinchè attivino almeno le poche risorse già disponibili in cassa”. A tal proposito si è tenuto presso gli uffici dell’ANCE di Avezzano, il 20 marzo scorso, un confronto tra le imprese, i comuni ed i rappresentanti dell’Ufficio Speciale della Ricostruzione dei Comuni del Cratere proprio per fare il punto sullo stato di attuazione dei lavori del post-sisma, considerati una grande opportunità di lavoro per tutto il comprensorio. “Con grande stupore e indignazione” – commenta Fausto Dramisino – “abbiamo appreso che sono già immediatamente disponibili nelle casse dei vari comuni del cratere, tra cui molti di area marsicana, oltre 260 milioni di euro per la ricostruzione privata e 156 per l’edilizia scolastica. I fondi disponibili troppo spesso non vengono spesi perché il ristagno delle pratiche nei passaggi tra un ufficio e l’altro impedisce la cantierizzazione. E’ spesso una mancata firma o un dettaglio burocratico, nonostante la piena disponibilità dei sindaci, a tenere le gru spente in deposito e gli operai in cassa integrazione, mentre le risorse necessarie sono ferme nelle tesorerie degli enti”. Una situazione non più tollerabile per i costruttori che intendono d’ora in poi marcare stretto le amministrazioni locali e sollecitarle ad uno sforzo comune di buon senso. E’ l’ultima occasione per uscire dall’immobilismo del settore e dalla crisi economica e sociale dei territori.