Avezzano. Finisce qui la disavventura di un ragazzo, allora 23enne, di Capistrello, S.L., che dopo l’arresto da parte dei carabinieri del suo paese nell’aprile 2013 per averlo trovato nella piazza del Municipio con sostanza stupefacente. Aveva più involucri di marijuana per circa cinque grammi all’interno del pacchetto di sigarette, e dopo aver esteso la perquisizione all’abitazione furono rinvenuti altri quindici grammi. Fu condotto agli arresti domiciliari prima e poi liberato in sede di convalida da parte dell’allora Gip Andrea Taviano. Nonostante le prime valutazioni positive della magistratura che si rese conto che la sostanza era per un suo esclusivo uso personale e non finalizzata per essere ceduta ad altri suoi coetanei, non fu dello stesso avviso il Giudice del Tribunale di Avezzano Dr.ssa Mastelli A.C., che nel dicembre dello scorso anno ebbe modo di condannarlo a quattro mesi di reclusione oltre che ad infliggergli una severa multa.
Ma tutti sappiamo che sono tre i gradi di giudizio in Italia, ed allora perché non ricorrere in appello per far valere le sue ragioni e sconfiggere le presunzioni e preconcetti di chi lo aveva arrestato e condannato in primo grado. Detto fatto. Con ricorso discusso attraverso il suo difensore di fiducia Roberto Verdecchia, la Corte di Appello dell’Aquila, giudice relatore De Aloysio, dopo una velocissima camera di consiglio ha inteso accogliere in toto l’appello ed assolvere il giovane con la formula più ampia perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, concedendo nuovamente serenità al venticinquenne “Il giovane si chiede”, spiega il legale, “chi lo ripagherà di quei tre giorni di esposizione mediatica non solo sulla stampa, ma di essersi visto privato della sua libertà?”.