Avezzano. Dopo 25 anni di attività la storica libreria cattolica annuncia la chiusura. La scelta dei proprietari, maturata dopo anni di crisi nel settore dell’editoria e degli articoli religiosi, ormai sembra davvero inevitabile.
Le cause della crisi sono molteplici, ci spiegano i titolari, ma al primo posto ci sono di gran lunga internet e la tecnologia, che sempre più stanno cannibalizzando le vendite al dettaglio nei paesi e nelle città, soprattutto per quanto riguarda l’editoria. Tutto ormai viene acquistato online, dai libri alle immagini sacre, ma la tecnologia non risparmia più nemmeno la liturgia delle ore, che ora è stata soppiantata dalle app sullo smartphone. Tutto ciò, ovviamente, si ripercuote sull’intera comunità, che anno dopo anno si ritrova sempre più povera, con gravi conseguenze per l’intero settore del commercio e dell’occupazione. Le prospettive di lavoro per i più giovani, in questa spirale tecnologica senza fine, sono anno dopo anno sempre minori.
Un’altra causa della crisi è certamente quella legata alla scristianizzazione della società, che anno dopo anno si allontana sempre più dalla dottrina, dai sacramenti e dai valori cattolici. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un’inversione di tendenza legata ai matrimoni, che sono sempre di meno e che ancor meno scelgono il rito religioso in favore di quello civile. Ormai i matrimoni in chiesa, in tutta la diocesi, in un anno non raggiungono la terza cifra. Tutto ciò, legato anche alla crisi economica, comporta inevitabilmente anche una scarsa natalità, che fa scendere il numero dei sacramenti, battesimi e cresime in testa. Di conseguenza anche le classi di catechesi con tanti bambini sono solo un lontano ricordo, di anno in anno sempre più sbiadito. Tanti bambini, infatti, sono figli di immigrati, che in una società sempre più multi etnica non frequentano le dottrine cattoliche. Anche questo si ripercuote negativamente sull’economia, in particolar modo sul settore degli articoli religiosi e della ristorazione.
Anche la crisi della vocazione influisce sull’andamento economico negativo. In passato i seminaristi nella diocesi erano numerosi, ma oggi si contano sulle dita di una mano, ripercuotendosi negativamente sull’intero indotto. I rifornimenti di ostie alle parrocchie sono precipitati negli ultimi anni, esempio lampante di come una crisi di valori inevitabilmente porti con sé anche una crisi economica. Infine c’è la situazione tasse, dove ad una già insostenibile pressione fiscale si è aggiunta la stangata delle nuove norme sui registratori di cassa, che finiscono di impoverire un settore del commercio sempre più in crisi e senza tutele.
Insomma dopo venticinque anni di attività la strada, purtroppo, ormai sembra segnata. Un vecchio detto dice che “quando chiude una libreria una città si impoverisce”, ma quando alla crisi economica si aggiunge quella dei valori la situazione, ahimè, diventa ancora più grave.