Avezzano. “Una donna disabile di 35 anni è rimasta per ben 12 ore nel pronto soccorso di Avezzano per effettuare una trasfusione. La donna è stata accompagna dagli anziani genitori nel punto di emergenza sotto consiglio del medico curante a causa di un valore troppo basso di emoglobina, riscontrato a seguito delle analisi di controllo effettuate la mattina stessa. A quanto pare la trasfusione aveva carattere di urgenza proprio per i problemi di salute della donna. Ma ieri in servizio nel Pronto soccorso c’era un solo medico, poco personale e numerosi casi in codice rosso”.
“Ricevere telefonate come questa, in cui una mamma mi racconta il calvario subito dalla figlia, è inaccettabile nel 2022 e in un Paese come il nostro. Sono anni che denuncio la mancanza di personale nell’Ospedale e sono anni che puntualmente l’Assessore alla Sanità non proferisce parola su una situazione che ormai è diventata fuori da ogni logica. Ho presentato più di un’interpellanza per chiedere conto di queste carenze, l’ultima in ordine di tempo proprio sul pronto soccorso, ma nessuno muove un dito. Ora basta!” ad affermarlo è il consigliere Giorgio Fedele che questa mattina ha ricevuto la chiamata di denuncia della mamma della donna “i cittadini non possono scontare la pessima gestione che si sta facendo del servizio sanitario pubblico. Una donna con problemi di salute e affetta da disabilità, tanto che deve essere accudita giorno e notte dai genitori, non può attendere dalle 15 alle 21 e 30 una trasfusione per poi arrivare a uscire dal pronto soccorso quasi all’alba. E d’altro canto non è corretto mettere medici, infermieri e OSS nella condizione di non poter gestire i numerosi codice rosso che arrivano e le urgenze come questa, senza poter contare su un numero adeguato di colleghi. Tocca all’Assessore Verì intervenire è lei che ha la delega alla sanità e quindi il controllo e la direzione delle Asl. Ma sembra che si rimanga immobili a guardare un intero territorio cadere a picco, fermo restando poi fare grandi annunci e proclami su una fantomatica riorganizzazione della gestione delle emergenze. Forse l’Assessore non ha occhi per guardare il paese reale in cui vive. Ma nella Regione che lei guida una donna disabile attende 12 ore per una trasfusione, il resto sono solo chiacchiere. Dotare il Pronto Soccorso di poco personale e quello che c’è costringerlo a lavorare in sovraccarico e senza il necessario riposo, è uno schiaffo in faccia a tutto il territorio. In Consiglio regionale mi aspetto risposte e soluzioni percorribili. Non saranno più tollerati ritardi. Questa Giunta non può continuare a nascondersi dietro all’immobilismo” conclude.
Sette ore per una trasfusione di sangue, l’odissea della famiglia di una disabile al pronto soccorso