#ParrocchiaLive si sposta a Cappelle dei Marsi. Oggi a fare compagnia ai lettori della nostra rubrica c’è don Ennio Grossi, che ci ha accompagnato in un viaggio all’interno della realtà della chiesa di San Nicola di Bari. Siete pronti a scoprire cosa ci ha raccontato? Mettetevi comodi!
Che tipo di approccio utilizza per dialogare con i fedeli oggi, in seguito alle trasformazioni che hanno caratterizzato il mondo della comunicazione?
Credo che il primo approccio debba essere quello di tipo personale. E’ impossibile relazionarsi con i fedeli a partire dai mezzi – anche se a volte questo avviene – e nonostante io sia convinto della loro importanza. Il dialogo diretto e immediato deve trovarsi alla base dei rapporti e può essere accompagnato da altri strumenti, di cui noi stessi facciamo uso. Alcuni esempi sono: i volantini in cui viene riportata la programmazione mensile degli eventi della parrocchia e la pagina facebook con la quale riusciamo a raggiungere sempre molte persone, anche quelle più lontane. Come ho già detto, però, il primo punto di contatto cerca di essere di tipo personale. Questo tende a svilupparsi nei diversi ambiti: dal gruppo del coro a quello della confraternita, dal gruppo dei lettori fino ad arrivare alle altre numerose realtà costantemente presenti (gruppi parrocchiali) o legate ai tempi che la comunità vive nel corso dell’anno pastorale e liturgico (es. Comitato feste o il gruppo dell’Infiorata).
Come rispondono le nuove generazioni?
Il rapporto con i giovani è difficile e complesso ma non impossibile. Riuscire a creare relazioni personali permette di farsi conoscere, di conoscere e di confrontarsi. La parrocchia di Cappelle è particolare perché parliamo di una realtà che vive alle porte di Avezzano ed è composta da diverse persone che in questo paese ci vivono ma non sentono appieno la vita della comunità perché sono originari di altri paesi limitrofi. Tuttavia abbiamo la fortuna di possedere un coro composto in sostanza da tutti giovani e ciò favorisce un miglior dialogo e contatto anche con i loro coetanei. Inoltre, la comunità è formata da famiglie molto giovani e tramite il gruppo dei genitori del catechismo, ad esempio, riusciamo ad arrivare anche ai loro figli e quindi ai ragazzi del territorio. Non nego che l’impresa presenta le sue difficoltà.
Qual è il carattere identitario della sua parrocchia? Se dovesse scegliere un aggettivo per descriverla quale userebbe?
Potenziale. Ho sempre sostenuto che quella di Cappelle fosse una parrocchia ricca di potenzialità sotto tanti punti di vista. Ha la sua forza nella collaborazione e nella partecipazione. Come tutte le altre comunità, peró, ha bisogno di essere stimolata.
Quali sono le difficoltà che si riscontrano nella gestione di una parrocchia?
Una delle difficoltà è la dispersione dal punto di vista urbanistico. Oltre alla struttura parrocchiale e a quella della pro loco non ci sono altri luoghi aggregativi che permettono di coinvolgere più di quanto si fa. Anche se Cappelle è percepito come un luogo di passaggio, questo non ci impedisce in alcun modo di lavorare bene e per il bene di tutti.