Avezzano. Avresti mai pensato di trovare la tua parrocchia a portata di click? Con #ParrocchiaLive da oggi è possibile! La nostra redazione ha deciso di lanciare una nuova rubrica per dare modo, anche davanti a uno schermo, di conoscere tutto ciò che gira intorno al tema della fede, nonché per rendere note le curiosità e i retroscena che contraddistinguono le parrocchie della Marsica. Dettagli che il più delle volte rimangono dietro le quinte. A dare inizio a questo cammino: il racconto di don Claide Berardi, parroco della Cattedrale San Bartolomeo di Avezzano e professore di religione al Liceo Classico A. Torlonia.
Il mondo si sta trasformando e anche il modo di dialogare sembra seguire questa scia. Qual è l’approccio che si adotta oggi per comunicare alla comunità?
Beh, è una domanda particolarmente difficile perché non c’è una risposta immediata: tante sono le sfaccettature che bisognerebbe prendere in considerazione. Posso dire, però, che il modo in cui noi comunichiamo il Vangelo e i valori cristiani oggi sembra incontrare una barriera. Una barriera che si sta alzando sempre di più con il passare degli anni e che alcune volte appare anche insormontabile.
Ritengo che il problema più grande risieda nell’esponenziale crescita dell’incapacità di ragionare. Ciò, al contrario, dovrebbe trovarsi alla base. La difficoltà che si riscontra oggi nel comunicare la fede è la mancanza di concetti e parole comuni. Ecco, il disinteressamento verso la cultura in generale impedisce una corretta trasmissione del Vangelo.
Che tipo di rapporto si è instaurato con i giovani? Come rispondono le nuove generazioni?
E’ evidente che si sta perdendo rapporto con i giovani ma non voglio apparire pessimista perché non lo sono, anzi. Da un punto di vista dell’osservazione generale si sta affievolendo quella che prima era la rigida catena di trasmissione della cultura cristiana da una generazione all’altra. Sono al tempo stesso convinto che i colpevoli non siano i diretti interessati, quindi i giovani. Tuttavia, essendo destinato il messaggio cristiano a una minoranza, credo che sia qualificata tanto da lasciarci una speranza per il domani.
Di che tipo di attività culturali, sociali e di formazione cristiana la parrocchia della Cattedrale è promotrice?
Oltre agli incontri di catechesi e alla preparazione ai sacramenti di iniziazione cristiani, nella nostra comunità esiste il cammino neocatecumenale e l’attività dell’azione cattolica che nonostante stia riscontrando non poche difficoltà nell’ultimo periodo, rimane sempre un fuoco acceso. Ci sono poi incontri tipici della parrocchia che permettono di instaurare ulteriormente rapporti proficui sia con i ragazzi che con le famiglie che si preparano ai sacramenti. Per ciò che concerne le iniziative sociali, come tutti, provvediamo allo svolgimento di attività caritative: aiuti rivolti alle famiglie più bisognose per il pagamento di qualche bolletta o offerte di borse studio classiche. In più, grazie alla generosità e disponibilità di alcune fedeli, svolgiamo anche la raccolta e distribuzione del vestiario per le persone meno fortunate.
Quali sono le difficoltà che si riscontrano nella gestione di una parrocchia?
Le difficoltà sono molteplici, soprattutto in una parrocchia di città come quella della Cattedrale. Noto, infatti, che non c’è un vero e proprio sentimento identitario nel gruppo in quanto la parrocchia viene vista come qualcosa che appartiene solo al prete. Ad esempio, sono numerose le attività o anche semplici condivisioni che non incontrano la partecipazione o solidarietà di tutti. Per il resto, parliamo di difficoltà tipiche del mondo contemporaneo.