Avezzano. Ieri il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto in un comizio elettorale in Piazza Duomo a Milano in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Durante il suo intervento il leader della Lega è salito sul palco con una corona di rosario in mano aggiungendo: “Io personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita al cuore immacolato di Maria che son sicuro ci porterà alla vittoria”. A rispondere al gesto del premier è stato questa mattina sui social il giovane sacerdote avezzanese don Antonio Allegritti, parroco di San Pelino e Antrosano e responsabile della Pastorale giovanile diocesana. In una lettera aperta su Facebook don Antonio ha invitato Salvini ad una riflessione:
“Caro Salvini, non so se sei stato a messa oggi. Spero di sì. Nel Vangelo si legge, proprio oggi: ‘da questo sapranno se siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri’. Ieri nel dimostrare che sei cristiano hai ostentato un Rosario in un comizio, lo hai sbandierato, raccomandandoti al Cuore Immacolato di Maria. Caro Salvini, il Rosario è fatto per essere pregato e non per essere agitato al vento.
Caro Salvini, non è l’esibizione dei Rosari che fa di te un cristiano. Vi riconosceranno se avrete amore, così ha detto il fondatore della fede che, a quanto pare, ti vanti di avere. Una volta disse pure, quell’uomo affascinante che si chiamava Gesù: ‘quando pregate, non fatelo in pubblico per essere osservati, ma nel segreto della vostra stanza’. Ebbene, quel Rosario usalo per pregare quei Misteri che spero tu conosca a memoria e non per esibirti. Date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio: stavolta Cesare sta però arrogandosi la parte che spetta a Dio, che non va nominato invano! Come cristiani, non lo possiamo permettere. Non faccio politica, perché come prete non sono chiamato a questo e perché è una missione tanto, tanto alta, rispetto alla quale sento di mancare in tante competenze!
Però, non accetto che la politica faccia ciò che non gli spetta. Caro Salvini, parlo da parroco, che guida delle comunità e impara ad avere a che fare con la gente. Dalle persone bisogna tirare fuori il meglio, non il peggio. La folla gridava: ‘crucifige’, e talvolta voleva il gladiatore in pasto ai leoni. Certe acclamazioni in certi comizi, mi fanno pensare a quelle grida e mi interrogano: dovremmo educarle certe grida, e non fomentarle! Caro Salvini, ‘divide et impera’ dicevano i nostri antenati: ebbene, tanti di voi politici ci state facendo credere che la colpa del nostro malessere è di chi sta peggio di noi. Caro Salvini, ci sono dei problemi e lo sappiamo: immigrazione, sicurezza, povertà… sono situazioni complesse, che si risolvono con soluzioni complesse. Non con slogan, che illudono, e che purtroppo sono all’ordine del giorno da una parte e dall’altra dello scenario politico, troppo simile a un teatro, o a un gioco delle parti. Caro Salvini, mentre nel merito degli argomenti politici spero che la diversità di idee sia sempre percepita come una ricchezza, nel metodo e nello stile ti prego di non favorire la rabbia. Se i toni di un leader sono violenti, il popolo è tentato ad essere violento. Caro Salvini, desidero una politica in cui si possa dire: voto quel personaggio, perché è migliore di me, perché vorrei (e potrei) essere come lui.
Resto deluso da una politica in cui chi ci guida prende voti perché dà sfogo alla parte peggiore di noi. Moderateci, guidateci, educateci, cari politici! ‘Panem et circensem’, non lo vogliamo! Caro Salvini, non so se sei andato a messa… ti do un consiglio, se ancora non sei stato: il Rosario mettilo in tasca, arriva mezz’ora prima delle 6 in una delle tante chiese ove silenziosamente tanti cristiani disseminano bene, e quel Rosario pregalo senza esibirlo. Sarai in compagnia di un popolo bellissimo, di tanti cristiani che sanno che l’amore non è un consiglio, ma un comandamento. E poi ascolterai, durante la Messa: da questo sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Dall’amore, non da un Rosario esibito e, forse, non pregato!”