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Doccia fredda per le cliniche marsicane, il Tar accoglie appello di Chiodi. Lavoratori a rischio

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
26 Marzo 2013
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Avezzano. Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello della Regione Abruzzo contro i due provvedimenti cautelari emessi dal Tar verso i decreti commissariali 25/2012 (rimodulazione dei posti letto) e 39/2012 (applicazione della spending review del Dl 95/2012 ai budget delle cliniche private per le prestazioni ospedaliere). I due decreti a firma del commissario ad acta, Gianni Chiodi, erano stati impugnati dalle cliniche private davanti al Tar che ne aveva sospeso gli effetti. Chiodi si dice soddisfatto ma la Cgil attacca il presidente della Regione definendolo “solo un buon ragioniere”. I tagli alle cliniche hanno già portato la “Di Lorenzo” di Avezzano  ad annunciare il licenziamento di 18 persone e a ricorrere allaa cassa integrazione. Ma con la sentenza questo è solo l’inizio. Le altre strutture ospedaliere private sono pronte a seguirla. Si stima che nella provincia saranno tagliati 47 posti letto alle cliniche private di cui la grande maggioranza nella Marsica. Secondo le previsioni della Cgil, nella Marsica saranno tagliati 34 posti letto e un budget del 10 per cento.
CHIODI CANTA VITTORIA. La notizia e’ stata diffusa dallo stesso Commissario, dopo aver preso contezza del riconoscimento del Consiglio di Stato, della “correttezza dei metodi applicati sia nella rimodulazione dei posti letto e sia nella rideterminazione dei tetti di spesa per il 2012″. “Ancora una volta – commenta Chiodi – il Consiglio di Stato ci da’ ragione, a prova che i nostri provvedimenti mirano a mantenere l’efficacia e l’efficienza del nostro Sistema sanitario regionale nel rispetto della normativa nazionale, e nella garanzia dell’erogazione di prestazioni essenziali per la tutela del diritto alla salute”. Gianni CHiodi durante il suo intervento 2Si ricorda che con il decreto 25/2012, il Commissario ad Acta procede, secondo i criteri definiti con deliberazione commissariale n. 45/2010 con cui aveva determinato l’effettivo fabbisogno regionale delle prestazioni sanitarie ospedaliere, attraverso l’analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliera (S.D.O.) dei ricoveri ordinari e di Day Hospital della popolazione residente, alla rimodulazione dei posti letto afferenti alle case di cura private, provvisoriamente accreditate insistenti sul territorio regionale. Tale rimodulazione si conforma ai contenuti dell’odierno Patto Per la Salute 2010-2012 secondo cui “le Regioni si impegnano ad adottare provvedimenti di riduzione dello standard di posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale non superiore al 4 per mille comprensivo dello 0,7 per mille per la riabilitazione e la lungodegenza post acuzie”. Con il decreto 39/2012, il Commissario ad Acta, ridefinisce i tetti di spesa per il 2012 per l’ospedalita’, conseguenza dell’applicazione delle decisioni del Governo sulla “revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”. In entrambi i casi il Tar aveva sospeso gli effetti dei provvedimenti ma le sentenze sono state ribaltate dal Consiglio di stato.
L’ANOMALIA. “Il taglio dello 0,5%”, spiega Antonio Ginnetti della Cgil provinciale, “chiesto dal governo sui contratti in essere calcolati sul consuntivo del 2011, in Abruzzo è diventato del 9,9%, con un’operazione formalmente rispettosa della legge, ma sostanzialmente errata. Questo anomalia si è verificata per la scelta di far gravare sulle altre aziende sanitarie convenzionate il costo della riattivazione delle strutture del gruppo Angelini fallito, e che quell’anno non avevano lavorato e quindi non avevano prodotto budget.
LE CRITICHE A CHIODI. “Il presidente Chiodi”, afferma Ginnetti, “ha agito da buon ragioniere, ma non da politico che fa fronte alle esigenze di cittadini e territorio. Non ha dimostrato di essere capace di risolvere i problemi che gli si presentano davanti perché non ha tenuto conto dell’anomalia matematica che si è verificata a causa della questione delle cliniche chiuse al momento del calcolo dei tagli da effettuare. Tutto ciò lo pagheranno gli utenti, i cittadini e i lavoratori.

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