Rocca di Mezzo. Distretto sanitario di base di Rocca di Mezzo, un utente denuncia disservizi. “Ore di attesa per nulla”, è lo sfogo di un residente. “Sono un cittadino di Rocca di Mezzo che è nato, ha vissuto, lavora da sempre in questo piccolo borgo”, ha dichiarato il cittadino, “sono però costretto a raccontare cosa succede in questo paese cercando di non generalizzare e polemizzare oltre l’accaduto, ma non riesco più a restare inerme ed omertoso di fronte ad alcune situazioni”.
“Ho passato da qualche anno i sessanta e sono sempre stato in ottima salute, l’avanzare dell’età però mi ha comportato diversi problemi, anche piuttosto seri, che mi hanno comportato il ricovero in ospedale in più occasione negli ultimi 2 anni riscontrandomi problemi di diabete, con un testicolo e con ernie varie che mi costringono a controlli periodici. Per questo motivo ieri mi sono recato presso il Distretto Sanitario di Base di Rocca di Mezzo per regolarizzare il pagamento del ticket e per prenotare un prelievo di sangue per la prossima visita diabetologica”, continua il residente. “Lo sportello differito del CUP presso questa struttura negli ultimi anni ha ridotto gli orari e giorni di apertura a SOLI 2 giorni a settimana (lunedì 12-14 e mercoledì 08-11:30 dove però il mercoledì fino alle 10:00 ci sono i prelievi e quindi lo sportello CUP non è fruibile per le prenotazioni e ticket (dicono); siccome l’utenza è alta e il tempo è poco (ci sono sempre discussioni, litigi ecc) decido di recarmi con anticipo nella struttura per assicurarmi un posto non troppo indietro nella fila ed essere sicuro di poter effettuare le operazioni che mi occorrono: ARRIVO ALLE 10:30 E TROVO GIA’ 10 PERSONE circa (prevalentemente anziani più di me) e restiamo pazientemente in attesa dell’arrivo dell’operatore. Qualche minuto prima delle 12 arriva puntuale che si sistema nella sua postazione, esce e consegna A MANO i numerini eliminacode ai presenti (siamo diventati, o meglio rimasti una quindicina) io ho il 162, non sono l’ultimo, altri 3-4 dietro di me, ed inizia ad accettare i pazienti. Il tempo passa…. Ho l’impressione che vada un pochino lenta, 10/ 15 minuti a persona.
Arrivano le 14 e il mio turno ancora non è arrivato, sono il prossimo, MA…. La Signora si alza, esce dalla postazione e afferma che il tempo è scaduto, che le staccano la linea, che non può proseguire e deve andare via! E io? E gli altri dietro di me? Iniziamo a discutere, la Signora non vuole sentire ragioni, afferma che la colpa non è sua, che il suo lavoro è finito, che non può stare qui tutta la giornata e che (con espressione piuttosto sbeffeggiante, dovevamo andare a lamentarci alla ASL), CHIUDE TUTTO E SE NE VA nonostante le mie insistenti proteste e di chi era rimasto con me. Cosa avrei dovuto fare? Avevo già perso mezza giornata di lavoro (non sono un dipendente pubblico) e ancora non ho raggiunto la pensione… Avrei dovuto sequestrarla? Avrei dovuto fare qualche altro atto? Parlando con gli altri residenti mi viene riferito che ogni giorno è così. PERCHE’ NESSUNO NON DICE MAI NIENTE? POSSIBILIE CHE DIRIGENTI ED AMMINISTRATORI NON SAPPIAO NIENTE? PERCHE’ PER OGNI COSA DEVO SCENDERE A L’AQUILA’? Ho spinto i miei figli a restare qui, in questo “bellissimo” paese, a restare con la loro famiglia qui, ad investire qui, a lavorare qui… Ho forse sbagliato? E’ forse giusto andare definitivamente via? E’ questo forse lo scopo dei nostri amministratori? Se non ci sono i servizi base, come si fa a contrastare lo spopolamento? Sono davvero amareggiato”. Conclude l’utente.