Avezzano. E’ stato dissequestrato definitivamente il patrimonio delle famiglie rom di Avezzano finito nella rete della Guardia di Finanza nel 2012. La confisca riguardava un patrimonio immobiliare e finanziario per un valore totale secondo l’accusa di circa cinque milioni di euro. Nel particolare, si tratta di tre ville, sei appartamenti e appezzamenti di terreni ad Avezzano, trenta fra auto e moto e 99 rapporti bancari (conti correnti, libretti postali e bancari, polizze assicurative). Tutto torna quindi nelle mani delle due famiglie avezzanesi. Il tribunale dell’Aquila a gennaio aveva convalidato il maxi-sequestro bis nei confronti delle due famiglie De Silva e Morelli con un provvedimento d’urgenza, adottato in via provvisoria. L’indagine delle fiamme gialle e il dispositivo del tribunale aveva lo scopo di aggredire l’accumulo di proventi derivanti da presunte attività illecite della criminalità marsicana. Il sequestro era stato adottato in attesa di quest’ultima udienza che ha messo fine alla travagliata vicenda. L’indagine era stata svolta dalla finanza nel prima del 2012. I beni erano stati sequestrati secondo la normativa antimafia su richiesta della procura della Repubblica di Avezzano. Il decreto di sequestro urgente era arrivato subito dopo il dissequestro di tutti i beni, avvenuto il 2 dicembre. L’indagine era partita dall’operazione “Delizia” con la quale i finanzieri nel giro di due anni avevano ripetutamente colpito, con arresti e denunce, almeno una ventina di appartenenti ai clan rom. Dopo il secondo sequestro, visto che il primo non era arrivato a confisca per scadenza dei termini, i legali delle famiglie rom, Vincenzo Retico e Andrea Castaldo, del foro di Napoli, avevano stilato per conto dei loro clienti una richiesta di ricusazione nei confronti del giudice dell’Aquila che aveva adottato il provvedimento, Giuseppe Romano Gargarella. “C’è stata una persecuzione nei nostri confronti”, ha dichiarato Roberto De Silva, “ma nonostante i reiterati sequestri che abbiamo subito alla fine è stata fatta giustizia”.