L’Aquila. Sarebbe “in revisione” e quindi non disponibile, l’antenna Recco di cui si è dotata la Regione Abruzzo, dopo la tragedia del Monte Velino di gennaio del 2021. Dopo la morte di quattro montanari sotto un’imponente valanga in Valle Majelama, tre anni fa, l’allora assessore regionale con delega alle Aree interne, Guido Quintino Liris, oggi senatore della Repubblica, puntò sulla sicurezza in montagna, decidendo di investire su un acquisto che avrebbe avvantaggiato le ricerche dei dispersi in montagna, in circostanze critiche.
“L’arrivo di una antenna Recco dedicata al territorio rappresenta una vera e propria svolta: l’Abruzzo diventerà strategico e baricentrico anche nei confronti della regioni limitrofe che potranno usare l’apparecchio, all’occorrenza, dopo la stipula dei relativi protocolli, ponendosi come riferimento centrale per la sicurezza in montagna”, scriveva tre anni fa la Regione Abruzzo in una nota alla stampa, in cui si annunciava una conferenza in cui sarebbero stati illustrati i vantaggi dell’utilizzo dell’apparecchiatura che rileva la presenza di persone anche sotto diversi metri di neve.
Anche nell’episodio del Velino lo speciale sistema Recco arrivò dal Nord Italia. All’epoca fu portato in quota dai carabinieri elicotteristi arrivati da Rieti (nella foto di copertina). Ancora una volta in Abruzzo c’è stato qualcosa che non ha funzionato in termini di emergenza. Resta da tener conto che comunque finora non si è riusciti a far volare elicotteri in quanto raffiche di vento e bufere non lo hanno comunque permesso.
Domani un’antenna Recco tornerà in Abruzzo per cercare i due alpinisti dell’Emilia Romagna rimasti bloccati in un canalone del Gran Sasso da domenica scorsa.
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