Carsoli. Negli ultimi mesi, i militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Pereto (AQ), al fine di reprimere e prevenire reati in materia ambientale sempre più dilaganti, hanno predisposto ed effettuato mirati servizi di pattugliamento, in particolare nelle zone rurali e isolate dei Comuni di Rocca di Botte e Carsoli. Le successive indagini esperite hanno portato all’individuazione e identificazione, nonché al successivo deferimento in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente, di nove persone, sia privati sia titolari di imprese, per i reati di abbandono di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, previsti e puniti dagli artt. 192 c. 1 e 255 c. 1 e c. 1.1 del D.Lgs. n. 152/06.
I rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, abbandonati dai malfattori in maniera promiscua sia sul suolo sia a ridosso di un corso d’acqua, nell’intento di sfuggire ai costi legati al corretto smaltimento dei rifiuti prodotti, erano costituiti da residui di demolizione e costruzione edilizia per diversi metri cubi, amianto, rifiuti ingombranti, plastica, legno, metallo, rifiuti vegetali e rifiuti urbani non differenziati, in palese contrasto con le norme a tutela dell’ambiente.
Gli indagati, dopo essere stati identificati e deferiti all’Autorità Giudiziaria competente per le ipotesi contravvenzionali di abbandono di rifiuti (art. 255 c. 1 D.Lgs. 152/06), sono stati ammessi al procedimento di estinzione previsto dagli artt. 318-bis e seguenti del Testo Unico Ambientale. In particolare, a tutti i contravventori sono state impartite apposite prescrizioni ambientali volte alla completa rimozione dei rifiuti abbandonati e al successivo corretto smaltimento degli stessi. Al termine del predetto iter, i contravventori sono stati ammessi al pagamento di una somma corrispondente a un quarto del massimo dell’ammenda prevista per la violazione commessa. Sono state irrogate ammende per complessivi € 39.250.
L’adempimento di tale obbligo pecuniario produce l’effetto giuridico di estinguere il reato, evitando così l’incardinamento di un formale rinvio a giudizio penale.
Recentemente, le sanzioni per le attività illecite legate ai rifiuti sono state rafforzate e inasprite dall’entrata in vigore della novella legislativa introdotta dal Decreto Legge 8 agosto 2025, n. 116 (convertito lo scorso ottobre in Legge 147/2025): un dispositivo urgente che ha previsto, tra le altre misure, la possibilità di arresto in flagranza differita, l’accertamento tramite videoregistrazioni, sanzioni con pene più severe e sanzioni accessorie come la sospensione dall’Albo dei Gestori Ambientali per le imprese che commettono illeciti.







