Celano. Una distesa di rifiuti era abbandonata nei pressi dell’aeroporto di Celano e nonostante le denunce e le ripetute segnalazioni continuava a crescere a dismisura. Tutti sapevano eppure non si muoveva nulla. Se non fosse stato per i periodici incendi, l’ultimo una settimana fa, la maggior parte dei residenti si sarebbero dimenticati di quella bomba ecologica di 40 ettari. Migliaia di metri cubi di rifiuti sotterrati che il Nucleo Operativo Ecologico di Pescara con la RES.GEA Srl ha portato alla luce anche grazie all’utilizzo dei droni. Libera, che nel 2009 aveva denunciato la presenza di una discarica di 25 ettari cresciuta in 20-30 anni, ottenne un sopralluogo dell’Arta per il 6 aprile giorno in cui l’Abruzzo venne devastato dal terremoto. Gli esperti dell’Arta non arrivarono a Celano e da quel giorno nessuno seppe più nulla. La discarica, però, continuo a crescere tanto che oggi si parla di 40 ettari di rifiuti di provenienza incerta. Nel 1999 ci fu una maxi inchiesta collegata alla discarica che riguardava un maxi giro di auto rubate. L’operazione fu chiamata “Delta” proprio perché la prima auto intercettata dagli uomini dell’anticrimine e della stradale di Avezzano era una Lancia Delta.
I fatti risalgono al 1999, quando gli uomini del commissariato avviarono le indagini intorno a uno sfasciacarrozze di Celano.
Secondo l’accusa si trattava di una struttura di copertura per un centro di riciclaggio collegato con altre realtà romane dove venivano scomposte le parti meccaniche e della carrozzerie di numerose auto risultate rubate. I pezzi poi venivano venduti e le carcasse demolite nell’area sequestrata in modo da non lasciare tracce. Ci furono poi altre inchieste e decine di denunce fino ad arrivare al sequestro di ieri. “E’ doveroso precisare che la suddetta area interessa i terreni che furono oggetto di attività estrattiva per la realizzazione del tratto autostradale della A25 e che poi nel corso degli anni, in parte sono stati trasformati dal Comune di Celano nella ex discarica di “San Marcello”, mentre il resto sono di natura privata come rilevato nel corso delle indagini”, ha commentato il sindaco Settimio Santilli, “per eseguire indagini più approfondite sulla natura degli stessi rifiuti i NOE effettueranno già nei prossimi giorni indagini geologiche più approfondite e proprio per questo ci siamo resi disponibili ad eseguire tutte le azioni possibili in merito. Pertanto, prima di parlare di “Nuova terra dei fuochi” e causare ulteriori danni all’economia dell’intero territorio, soprattutto all’agricoltura, è necessario aspettare lo svolgimento delle indagini da parte delle autorità preposte. Bisogna precisare infatti, onde evitare un ingiustificato allarme, che contrariamente a quanto dichiarato da diversi organi di stampa e dal segretario del PD locale, in maniera del tutto scellerata e strumentale, i terreni interessati non sono stati mai stati destinati alla coltivazione agricola negli ultimi 50 anni e che la natura dei rifiuti è ancora del tutto da accertare. Tuttavia, in qualità di sindaco e di ex assessore all’ambiente ritengo necessario precisare tutte le attività che nel corso dell’ultima amministrazione, e mai nelle precedenti, sono state eseguite nella medesima area, ovvero: la chiusura e il rispristino ambientale della discarica di “San Marcello”, la realizzazione in un’area limitrofa a questa, di uno dei primi “centri di raccolta di rifiuti differenziati” dell’intera Marsica, la presentazione in provincia del progetto inerente la chiusura e la messa in sicurezza della discarica per inerti, la chiusura, più volte effettuata, degli accessi proprio a tale area, al fine di evitare potenziali sversamenti di rifiuti, il posizionamento di fototrappole di sorveglianza, in seguito oggetto di furti ed atti vandalici, la continua asportazione dei rifiuti più visibili abbandonati nell’area, con ingenti spese di smaltimento dei medesimi. Ben venga quindi e sono io il primo a volerlo, l’azione intrapresa dai NOE – conclude Santilli – utile a fare ulteriore chiarezza nella vicenda e a punire coloro che si sono resi protagonisti di tali azioni incivili, in una realtà locale che ha mostrato invece tutto il suo senso civico e la sensibilità ambientale con il 65% di raccolta differenziata raggiunto già dal 2013, con l’avvio dei corsi di formazione ambientale nelle scuole materne, a dimostrazione dell’impegno e del cambio di rotta intrapreso dal sottoscritto in merito alla salvaguardia dell’ambiente”.