Avezzano. Famiglia avezzanese mette in vendita una vecchia casa e si ritrova a dover pagare un certificato per attestare la disabilità di uno degli eredi superiore alla fetta di eredità che le spetta. La legge parla chiara: per vendere il rudere serve l’ok di tutti gli eredi. Per la giovane Chiara (nome di fantasia) deve però intervenire il giudice tutelare con una serie di certificati. La quota che le sarebbe aspettata era di 450 euro, come quella del fratello e degli altri eredi. Ma alla fine è costata più la documentazione da presentare che l’eredità. Essendo interdetta, infatti, aveva bisogno del permesso del giudice tutelare e di una serie di altri documenti che la famiglia si è subito affrettata a preparare per chiudere la vicenda e vendere quel bene che era diventato un peso. In realtà poi è stato chiarito che serviva una perizia giurata sulle condizioni della ragazza, alla quale andavano allegate alcune marche da bollo e una domanda redatta da un avvocato. Alla fine la famiglia della giovane si è trovata a spendere per i documenti più del valore della parte di eredità che le sarebbe spettata dal momento che solo la perizia è costata 450 euro, più tutto il resto. “Ci è stata chiesta una relazione dove il tutore spiega cosa ha intenzione di fare con i soldi di mia sorella”, ha raccontato il fratello sconcertato per l’accaduto, “ma i soldi in realtà serviranno a spiegare al giudice come si ha intenzione di spenderli. Una vicenda assurda soprattutto se si pensa che che sono costi fissi e quindi se vendi una casa di un milione di euro o un rudere si spende sempre uguale”.