Avezzano. “Non prendiamo lo stipendio da dicembre 2016… abbiamo affitti e figli da mantenere…Come si fa a vivere così nell’incertezza?”. Sono le parole di Sonia (nome di fantasia per tutelare la nostra lettrice) dipendente di una cooperativa sociale che opera nelle scuole del territorio e che ci ha contattato per denunciare una situazione molto delicata e disagiata che vive a causa del mancato stipendio. “Gentile redazione di Marsicalive, mi chiamo Sonia ho 45 anni e vivo ad Avezzano. Sono madre di due bellissimi bambini e lavoro da anni in una cooperativa sociale occupandomi di assistenza scolastica. Ogni anno speriamo nella vincita della gara d’appalto che ci possa permettere di riprendere nuovamente il lavoro. Lavoro tutti i giorni nelle scuole. Ogni anno, un contratto determinato, ovviamente. Nonostante la nuova riforma imponga ai datori di lavoro di trasformare i contratti a tempo determinato da anni a indeterminato, per la nostra cooperativa il costo sarebbe troppo alto e in caso verremmo licenziati tutti. Ad oggi, tuttavia la cosa più grave è che non prendo, anzi non prendiamo (come me tutti gli altri dipendenti), lo stipendio da dicembre 2016. Anticipiamo la benzina per raggiungere il lavoro, abbiamo affitti e figli da mantenere e come tutti abbiamo anche le bollette da pagare. Se disgraziatamente dovessimo ammalarci non c’è neanche la sostituzione. La nostra vita lavorativa è sempre in bilico, tanto che ogni anno abbiamo il dubbio se la cooperativa riesca a prendere il budget per sostenere i dipendenti. Come si fa a vivere così nell’incertezza? E poi, dove sono i soldi che abbiamo guadagnato onestamente a lavoro?Perché c’è questo ritardo? Quanto altro dobbiamo aspettare? Vi ringrazio per l’attenzione, sono certa del vostro ascolto. Vi seguo sempre! Buon lavoro.”
La cooperativa cui fa riferimento la signora fa capo alla Comunità Montana Marsica 1, che si occupa di numerosi enti sociali nella zona del marsicano. Anche se preoccupante il suo racconto, sembra non si tratti di un caso isolato. Abbiamo ascoltato quindi le dichiarazioni del direttore degli uffici della Comunità Montana Donato Rizio che subito ha evidenziato un difficile e lungo iter burocratico per recepire i fondi al fine di coprire gli stipendi dei dipendenti delle cooperative subordinate. “Solitamente, siamo sempre in ritardo all’inizio dell’anno, a causa delle tardive approvazioni di bilancio degli enti istituzionali associati, in particolar modo della Regione e dei comuni limitrofi che si impegnano per il servizio”, ha dichiarato, “sono soldi che fortunatamente garantiscono la funzione di questo ente nella gestione delle cooperative sociali, senza i quali non saremmo in grado di pagare, ma il contrappasso sta proprio nell’attenderli”. Ha spiegato il direttore, “Ovviamente, prima di prendere l’impegno con le cooperative, noi a settembre ci garantiamo il sostegno degli enti istituzionali, ma purtroppo senza bilancio questi soldi non arrivano.”
Dunque la causa sembra risalire a forze maggiori. La Comunità Montana non è in grado con le proprie forze economiche di sostenere le varie cooperative sociali subordinate. A detta del direttore, “per far sì che i dipendenti continuino ad essere assunti e lavorare”, la società si impegna con gli enti per ricevere dei fondi. Ma gli enti istituzionali, solitamente approvano il bilancio tra febbraio e marzo (altri ancora più lontano) e solo allora possono essere destinati i soldi alla società. La motivazione sembra reggere, ma meriterebbe approfondimenti.
D’altra parte, il direttore ha dichiarato: “Da poco, abbiamo appena ricevuto le risorse di cui necessitavamo per provvedere al saldo delle buste paga di gennaio e di febbraio dei dipendenti delle cooperative a noi associate”, commenta, “purtroppo il problema è di più ampio raggio. La nostra società garantisce il lavoro di numerosi dipendenti di varie cooperative a cui fa capo. Per svolgere questo servizio sociale, abbiamo necessità di fondi. Ora, purtroppo, i tempi burocratici non ci sono favorevoli: da una parte a settembre, quando i lavoratori delle cooperative iniziano il lavoro, abbiamo i fondi dell’anno precedente per provvedere ai pagamenti, ma a gennaio, dobbiamo aspettare che gli enti che ci finanziano approvino i loro bilanci per poterci aiutare e delegare il capitolo di spesa. Appena lo fanno, noi provvediamo ai pagamenti.”
Per quanto sembrano rassicurare le parole del direttore, i dipendenti come Sonia continuano a lavorare, dediti al loro impegno e a non perdere il posto, ma senza stipendio. E se i pagamenti arrivano in ritardo, allo stesso modo non lo arrivano le varie bollette e le spese di sopravvivenza di dipendente. È dunque questa la gelida efficienza burocratica della nostra democrazia? A chi far risalire la responsabilità di lavoratori che pur dediti ai loro impegni sentono perdersi la dignità da quello che dovrebbe essere il loro “padre” Stato? @RaffaeleCastiglioneMorelli