L’Aquila. “Analizzando i dati relativi agli interventi a sostegno dell’occupazione forniti dall’Inps regionale per il primo semestre del 2019 si riscontra una diminuzione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali rispetto allo stesso periodo del 2018″. È quanto si legge in una nota a firma di Francesco Marrelli, segretario della Cgil della provincia dell’Aquila e Dario Angelucci, direttore del patronato Inca Cgil della provincia dell’Aquila.
“Contestualmente però aumentano le domande di disoccupazione”, spiegano i due, “con una tendenza a dir poco preoccupante se prendiamo a riferimento l’andamento degli ultimi due anni. Infatti il dato al 2017 relativo aibeneficiari di indennità di disoccupazione nelle varie forme previste (Aspi-Mini Aspi-Naspi-Discoll) era di 5061 beneficiari, balzati successivamente a 7125 con un incremento di 2064 domande nel 2018, mentre nel primo semestre 2019 si riscontra un ulteriore incremento con 7402 beneficiari. Tutto ciò sta a significare che la diminuzione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali molto spesso corrisponde ad un aumento delle domande di disoccupazione”.
“A giustificare tale andamento inoltre”, precisano, “c’è il limite massimo di utilizzo della cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria da parte delle aziende, con conseguente licenziamento di personale. Il dato che desta ulteriore preoccupazione è quello relativo all’utilizzo della cassa integrazione straordinaria nelsettore commercio, dove dopo circa due anni di inutilizzo degli ammortizzatori sociali nel primo semestre diquest’anno risultano già richieste e autorizzate 58mila e 240 ore. Nell’industria il settore carta, stampa ed editoria è quello che maggiormente ha utilizzato la cassa integrazione straordinaria”.
“Come avevamo denunciato mesi fa”, sottolineano Marrelli e Angelucci, “la conclusione dell’utilizzo dello strumento della cassa integrazione straordinaria per la gestione della crisi, avendo le aziende raggiunto il periodo massimo per usufruirne, sta sfociando in licenziamenti lì dove non sia stata ripresa l’attività lavorativa ordinaria. La provincia dell’Aquila resta dunque un territorio in crisi, con ricette economiche che tardano a portare i risultati attesi, con un andamento occupazionale che tarda a dare segnali di ripresa e un sistema industriale fragile e soggetto a delocalizzazioni e cessazioni di attività, fatta eccezione per quei settori che pur rimanendo trainanti nell’economia provinciale vedono comunque una difficoltà di ulteriore espansione, con investimenti finalizzati al mantenimento degli attuali livelli occupazionali”.
“Il nostro territorio provinciale vive dunque una grave condizione di spopolamento delle aree montane dovuta alla scarsità di lavoro e di servizi offerti alla collettività”, proseguono, “inoltre secondo i dati Istat si stimano, nel decennio 2009-2019, circa 10mila e 200 residenti in meno in tutta la provincia, mentre nel solo triennio del 1 gennaio 2016 – 1 gennaio 2019 c’è stato un delta negativo di 4208 residenti. Tutto ciò è dovuto anche a un saldo naturale tramortalità e natalità costantemente in negativo. Il nostro territorio necessita quindi di interventi straordinari in termini di investimenti in sanità, trasporti, infrastrutture, scuole, cultura, messa in sicurezza del territorio, agevolazioni per l’accesso al credito per le piccole e medie imprese. Pertanto c’è bisogno del coinvolgimento di tutte le istituzioni”, concludono, “dando seguito a una vera strategia per le aree interne, per rendere efficienti ed efficaci gli strumenti esistenti per il rilancio delle attività produttive, finalizzandoli a una maggiore occupazione stabile e di qualità”.