Avezzano. Le 26 addette alle pulizie di LFoundry chiedono dignità e fanno appello a tutta la Marsica. Hanno dai 27 ai 60 anni e fino a qualche mese fa avevano un contratto full time o part time a 25 ore settimanali come addette alle pulizie per un’azienda che si occupa dei servizi all’interno di LFoundry, l’azienda più grande del territorio dove si producono memorie volatili.
A fine marzo il contratto della società appaltante è scaduto e il nuovo è stato siglato con termini diversi. “I contratti sono stati dimezzati e le qualifiche azzerate”, ha raccontato Ricci, “ora vanno tutti dalle 9 alle 13 ore settimanali per sei giorni su sette. E questo per tutte le 26 persone che fino a ora si sono occupate delle mansioni di pulizia interna ed esterna dello stabilimento e della manutenzione”. Una situazione allarmante che ha spinto le lavoratrici a protestare.
“Io ho 60 anni e mi sono vista dimezzare le ore di lavoro dopo 32 anni di servizio”, ha continuato la ex responsabile, “Gloria ha 27 anni e un bambino di 3 anni di cui occuparsi, come farà con 10 ore di lavoro a settimana? Lorenza, un’altra collega, ha due figli che a breve finiranno le scuole superiori e vorrebbero iscriversi all’università. In queste settimane è preoccupata perchè il marito lavora saltuariamente e non sanno più se potranno assicurare gli studi ai loro figli.
Come queste ci sono altre storie di donne che vengono da Avezzano, Collelongo, Trasacco, Balsorano e che ora non hanno più una stabilità lavorativa ed economica. Noi chiediamo di avere un contratto dignitoso e adeguato alle nostre mansioni. Abbiamo contattato la Regione, abbiamo parlato con l’amministratore delegato di LFoundry, Marcello D’Antiochia e con gli altri manager, andremo avanti con la nostra protesta per farci sentire”. Anche oggi saranno a piazza Torlonia visto che c’è il mercato settimanale, poi torneranno davanti all’azienda.
“Abbiamo scritto all’assessore regionale al Lavoro, Pietro Quaresimale”, ha concluso, “e gli abbiamo chiesto di intervenire perchè quello che è accaduto a noi è incredibile”. Le 26 lavoratrici si sono viste da un giorno all’altro dimezzare le ore di lavoro pur dovendo ugualmente prestare servizio sei giorni su sette. Una situazione che non vogliono e non possono accettare visto che molte di loro hanno il proprio stipendio come unico reddito e molte altre hanno uno o due figli da far crescere.
“Continueremo e non ci fermeremo fino a quando non sarà trovata una soluzione”, ha concluso l’ex responsabile, “non si possono buttare via in un solo colpo anni di lavoro e di esperienza. Per noi tutto questo è inaccettabile. Facciamo appello a tutti i marsicani affinchè ci aiutino”.