San Benedetto dei Marsi. Accusa un imprenditore di avergli commissionato un omicidio in cambio di 30mila euro ma viene denunciato e rinviato a giudizio per calunnia. Il pubblico ministero, inoltre, chiede per lui una condanna a due anni. Alla fine il giudice Marianna Minotti, lo assolve da ogni accusa. La sentenza è stata pronunciata al termine del processo a carico di A.G., marocchino di 39 anni residente nella Marsica. L’intrigata vicenda risale al settembre del 2014 quando il nordafricano si presenta ai carabinieri e denuncia un imprenditore marsicano per il quale lavorava. Racconta agli agenti che gli avrebbe commissionato l’omicidio di un giovane di cui non conosceva il nome.
Doveva essere uccisa a colpi di arma da fuoco una persona residente nei pressi della stazione dei carabinieri di San Benedetto dei Marsi. Queste, secondo il marocchino, le indicazioni per portare a termine il delitto. L’accusatore straniero però, sempre secondo quanto raccontato da lui ai carabinieri, si rifiuta di portare a termine il delitto che prevedeva una retribuzione di trentamila euro. Sempre secondo la denuncia, gli era stata consegnata una pistola. Il rifiuto alle richieste del datore di lavoro avrebbero portato al suo licenziamento.
Nel corso del processo, però, le dichiarazioni rese dall’imputato non sono risultate aderenti alla realtà in quanto contraddette sia dai testimoni, sia dalla documentazione. Quindi è stata accertata la falsità dei fatti che il marocchino ha addebitato all’imprenditore. Nonostante ciò, però, il tribunale ha condiviso la tesi sostenuta dai difensori dell’imputato, Luca e Pasquale Motta, secondo cui le azioni e il comportamento assunti dallo straniero, indipendentemente dalle veridicità o meno delle sue accuse, non possono essere ricondotti al reato di calunnia.