Avezzano. Dichiara un reddito falso nell’istanza di ammissione al gratuito patrocinio, ma il tribunale di Avezzano lo assolve. È dovuto comparire oggi davanti al tribunale di Avezzano un cittadino rumeno, da anni dipendente di una ditta edile di Avezzano, per aver nascosto il proprio reale reddito al fine di ottenere il gratuito patrocinio, cioè la difesa di un avvocato gratuitamente.
La storia inizia da un precedente processo per una aggressione nei confronti della ex compagna. Per pagare le spese legali, il rumeno aveva chiesto l’ammissione al gratuito patrocinio. Aveva dichiarato un reddito di 7000 euro che gli avrebbe permesso di accollare le spese legali a carico dello stato. Ma un successivo accertamento aveva acclarato che il suo reddito era benl superiore, pari a 17.000 euro. Quindi il rinvio a giudizio per un ulteriore processo per la falsa dichiarazione.
Davanti al giudice, nel corso dell’udienza al tribunale di Avezzano, il datore di lavoro sentito come testimone della difesa, ha chiarito di aver tratto in errore il rumeno. Il rumeno infatti, prima di indicare il reddito, poi risultato falso, non ricordando il proprio reddito, ha contattato il datore di lavoro ed è stato lui a comunicargli l’importo sbagliato.
Il pubblico ministero, non credendo a questa versione, ha chiesto la condanna a un anno e 7 mesi di carcere, tuttavia il giudice ha accolto la tesi della difensiva rappresentata dall’avvocato Mario Del Pretaro ed ha assolto l’imputato. In base a una recente sentenza della Cassazione, infatti, nel caso in cui si dichiari un reddito errato nella richiesta di gratuito patrocinio e l’errore sia dovuto ad una leggerezza, il richiedente caduto in errore deve essere assolto, per mancanza di dolo. Il giudice ha quindi assolto l’imputato mancanza di prova sulla sussistenza del dolo, ritenendo che avesse indicato il reddito errato, involontariamente.