Avezzano. “I timori e le perplessità più volte rappresentate in merito al futuro della sanità marsicana, in particolare per quanto riguarda l’ospedale di Avezzano, struttura di riferimento per un territorio che rappresenta circa il 45% della popolazione dell’intera provincia, a cui vanno ad aggiungersi un consistente numero di pazienti provenienti dalle vicine province di Frosinone, Rieti e dell’area est di quella romana, trovano, con il passare del tempo, sempre più conferma”. Lo afferma il candidato sindaco per Avezzano Gianni Di Pangrazio.
“Nei confronti della struttura sanitaria di riferimento del capoluogo marsicano” continua “è in atto una vera e propria spoliazione. Delle ampie rassicurazioni a suo tempo fornite e delle promesse di investimenti tanto sbandierati, ad oggi non se ne è avuto benché minimo riscontro. Anzi, si sta verificando esattamente il contrario, ossia quanto temuto: il depauperamento sul territorio avviato procede. Implacabile. Tra il disinteresse più completo di coloro che si erano proclamati paladini della sanità marsicana. Le unità operative ridimensionate nella valenza strutturale, alcune in fase di declassamento ed altre che, temporaneamente sospese, forse non rivedranno più la luce. A ciò va ad aggiungersi la carenza in organico delle figure apicali mai sostituite.
Da anni, troppi, le caselle lasciate vuote dai primari non sono state riempite e quasi sicuramente, visto l’andazzo, non si riempiranno. L’ultimo messaggio lanciato dall’attuale direttore generale Roberto Testa, il cui unico obiettivo è risparmiare tagliando personale e servizi, è stato quello, dopo l’avvicendamento del direttore sanitario aziendale, di non mantenere in servizio, benché la legge lo consentisse, i primari di oculistica e rianimazione dell’ospedale di Avezzano. Professionisti di indiscussa capacità che tanto hanno dato nel corso della loro brillante carriera all’ospedale avezzanese e che, nel ruolo di direttori di dipartimento, rispettivamente chirurgico e di emergenza, hanno sempre agito, mantenendo un equilibrio perfetto e di armonia tra i diversi territori che storicamente costituiscono la Asl di Avezzano, Sulmona, L’Aquila e soprattutto nel pieno rispetto delle regole. Attualmente, in servizio restano solo un paio di primari effettivi con qualcuno in imminente stato di collocamento in pensione. A questo punto come non porsi domande colme di dubbi e perplessità? A pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si indovina, diceva qualcuno. Cui prodest?”.
“Si rende necessario, ora più che mai” conclude “chiamare a raccolta tutti i sindaci espressione della politica amministrativa della Marsica per avviare un‘azione congiunta, mirata alla salvaguardia di un territorio sempre più penalizzato. A cominciare proprio dalla sanità, elemento fondamentale per la tutela della salute di una cittadinanza sempre più anziana, dislocata in centri urbani di piccole e medie dimensioni disarticolati in un territorio orograficamente complesso e disagiato. Solo con un’azione comune si può tentare di rialzare la testa, ricordando, senza cadere nella retorica: nec sine marsis nec contra marsos triumphari posse”.