Avezzano. Il sindaco di Avezzano e vice presidente regionale dell’Associazione nazionale Comuni italiani (ANCI), Giovanni Di Pangrazio è intervenuto a Firenze, a Palazzo Medici Riccardi, durante il Convegno “Quale futuro per le Città Metropolitane”, alla presenza del primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, al Capo dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Naddeo e con direttori e segretari generali delle Aree e Città Metropolitane italiane. Un confronto tra Istituzioni a più livelli, ispirato dal modello vincente della città francese Lione che, nell’arco di 20 anni, è riuscita a modificare radicalmente la propria immagine, passando dall’essere un polo manifatturiero poco conosciuto a grande metropoli europea, investendo su una pluralità di vocazioni, senza puntare su un modello monosettoriale, ma valorizzando diverse eccellenze e peculiarità. È quanto spiegato dallo studio illustrato durante il convegno.
“Serve un “tagliando”, anzi una decisiva revisione della “macchina” delle riforme istituzionali e delle loro funzionalità” – ha spiegato il sindaco a Firenze – che hanno ampliamente dimostrato il loro fallimento, in più di un’occasione, evidenziando quanto la loro applicazione sia lontana dalla realtà e dagli effettivi bisogni dei cittadini, tanto da non riuscire a trasformarsi in servizi efficienti e tutto ciò con risparmio zero per la comunità. L’esempio più calzante è la riforma della Province, voluta dalla Legge Delrio, che visti i suoi effetti, dovrebbe essere immediatamente abrogata. Assistiamo alla creazione di leggi caotiche, che creano solo obbligazioni e complicano la vita alla P.A. Nella ricetta migliore per la Pubblica Amministrazione”, ha continuato Di Pangrazio, “c’è di sicuro l’approvazione di una legge chiara sulle aree metropolitane che eviti il ricorrere a ulteriori organi per essere interpretata; la risoluzione del conflitto di competenze tra Enti e il ridisegno delle funzioni del sindaco che non può essere lasciato come “un piattello in un poligono di tiro a segno”, senza nessun potere gestionale. È evidente che il tagliando, a questo punto, dovrebbe essere fatto anche alla Legge Bassanini.
Il caso di Lione, poi, ci dimostra che, avendo un sistema normativo chiaro, l’area metropolitana o l’area vasta, se ben organizzata in un contesto di sinergia tra Comuni, ognuno per le proprie peculiarità, può potenziare il tessuto sociale e offrire una nuova identità al territorio. Sono estremamente convinto che nell’area vasta si possa delineare un futuro migliore per i comprensori come quello della Marsica e che nel sodalizio tra organi istituzionali e attori del settore privato si possa lavorare insieme per diventare un territorio competitivo, volto allo sviluppo delle proprie eccellenze”.