Avezzano. “L’Urban center è di per sé una casa di vetro, è la casa più trasparente che si può creare in città perché accoglie tutte le associazioni che volontariamente vogliono coinvolgersi su argomenti specifici. Abbiamo inteso non dargli una caratterizzazione, come è stato fatto in altre parti d’Italia, perché avere la possibilità di intervenire trasversalmente su tutti gli argomenti lo riteniamo più funzionale al raggiungimento dello scopo che ci siamo prefissati. È chiaro che non si fa riferimento ai gettoni di presenza, quindi, a retribuzioni riguardanti la carica, ma ad un rimborso che, poi verrà in qualche maniera regolamentato dal regolamento attuativo perché questo è il regolamento istitutivo, quindi, c’è un secondo passaggio in cui la componente costituita dall’Urban center si darà delle regole all’interno. Sulla questione apolitica, ma abbiamo scritto chiaramente che il presidente non può avere cariche politiche, il presidente quando è di nomina di un sindaco, è espressione di una linea amministrativa più che politica, il presidente dell’Urban center sarà la persona che dovrà tenere la massima cura possibile ad essere una persona nella sua azione super partes perché ne va del condizionamento in danno all’Urban center un comportamento sbagliato e posizionato. L’altra cosa, apartitica, apolitica, glielo abbiamo detto e soprattutto fatto l’incarico del presidente viene svolto a titolo gratuito“.
“L’autore di queste dichiarazioni”, affermano i consiglieri del Partito democratico, Roberto Verdecchia e Domenico Di Berardino e i consiglieri della coalizione di Di Pangrazio, Cristian Carpineta, Mario Babbo e Gianfranco Gallese, “non è un membro dell’opposizione o uno delle centinaia di cittadini di Avezzano che qualcuno definisce maleducati invitandoli ad andare altrove. No, l’autore di queste dichiarazioni è il sindaco di Avezzano Gabriele De Angelis, in sede di Consiglio comunale, in risposta alle osservazioni ed interrogazioni della nostra coalizione. Si tratta del Consiglio comunale del 23 giugno scorso, pagine 34 e 35 del verbale di seduta. La scelta di Rocco Di Micco come presidente dell’Urban center pone alcune riflessioni. L’Urban center è stato istituito ma non costituito e non ci risulta siano state convocate o invitate le associazioni. L’Urban center”, continuano i consiglieri, “è stato posizionato nella ex scuola Montessori che però ha i suoi locali già occupati. Dove intende metterla questa “casa di vetro” De Angelis, nel ripostiglio? O forse nei servizi igienici? O creare una nuova struttura all’esterno della scuola Montessori? Il presidente dell’Urban center deve essere super partes. Beh, Rocco Di Micco è stato candidato nell’Udc, al tempo parte di questa coalizione, ma poi è diventato consigliere dell’Udc e poi assessore di De Angelis che l’ha dovuto sacrificare, con la ex assessora Mazzocchi, per far spazio a Silvagni e Di Stefano altrimenti sarebbe caduto. Super partes, diciamo al sindaco e a Di Micco, non significa “stare con tutte le parti” ma “al di sopra delle parti”, e quindi non ci sembra una scelta coerente con l’istituzione”.
“Infine”, concludono, “l’incarico sarebbe a titolo gratuito ma poi salta fuori un “rimborso spese” del tutto ingiustificato. Se è titolo gratuito non ci deve essere alcun tipo di remunerazione a carico della collettività. Altrimenti lo si dica chiaro: non appena l’Urban center sarà costituito, provvederà a disporre un emolumento per il presidente che andrà a carico della collettività avezzanese. Cosa altro dobbiamo attenderci, quale altra “norma creativa” ci sarà propinata quando saranno elaborati i regolamenti attuativi dell’Urban center? Noi diciamo che questa nomina descrive bene il modo di agire del sindaco e della sua amministrazione: dire cose e fare l’opposto. Ormai è abitudine risaputa, dai cittadini, dai commercianti, dalle associazioni e anche da settori della sua maggioranza o, meglio, da tanti che lo sostennero convintamente alle elezioni e che, nel corso di quest’anno, hanno dovuto ricredersi”.