Pescasseroli. “La realizzazione del depuratore a servizio dei comuni di Opi e Pescasseroli segue un iter completo e corretto, gli aspetti ambientali sono stati esaminati nel corso di due distinte procedure, con diverse prescrizioni già attuate, ma si sta verificando, su indicazione del commissario Straordinario e in accordo col Parco, “la possibilità di ulteriori misure di mitigazione”. Lo si legge in un documento congiunto, redatto dal Commissario Straordinario Unico per la Depurazione Enrico Rolle e condiviso dal Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo Antonio Carrara, dalle strutture della Regione e dell’ARTA Abruzzo, dal direttore Generale dell’ERSI Tommaso Di Biase, dai comuni di Pescasseroli e Opi, dal direttore dell’ATO Peligno Corrado Rossi e dall’Amministratore Unico della SACA Spa. La stesura della nota congiunta fa seguito a un sopralluogo nell’area oggetto dell’intervento, avvenuta nelle scorse settimane con l’obiettivo di “un approfondimento collegiale a seguito di posizioni critiche nei confronti della localizzazione scelta per l’impianto nel territorio del Parco”. “Nel corso dell’iter – spiegano Commissario, Parco e realtà locali – sono stati acquisiti i nulla osta della Sovrintendenza ai Beni Ambientali e della Soprintendenza Archeologica, il parere positivo del Comitato di coordinamento regionale per Valutazione d’impatto ambientale, dell’ARTA Abruzzo, il parere positivo in conclusione della Valutazione d’incidenza, il nulla osta dell’Ente Parco, i diversi pareri del comune di Pescasseroli”. “Gli aspetti ambientali – prosegue il documento – sono stati esaminati nel corso di due distinte procedure di valutazione d’impatto e di incidenza ambientale, tenendo conto dei pareri dell’Ente Parco, con riferimento anche a una prima localizzazione dell’impianto non ritenuta idonea”.
“A conclusione delle diverse procedure – si legge nella nota – sono state espresse alcune prescrizioni, diverse delle quali già attuate, mentre per altre si sta procedendo al recepimento nell’ambito più complessivo dell’intervento e delle risorse a disposizione. Si sta anche provvedendo a verificare, in accordo con il Parco, le opportunità offerte dal possibile riutilizzo delle acque in uscita dal depuratore in considerazione dell’elevata qualità che presenteranno, valutando anche la possibilità di creare zone umide, come anche dall’uso dei fanghi come ammendante agricolo. Un’ulteriore aspetto che dovrà essere considerato – conclude il testo congiunto – è la riconversione dell’area dell’impianto esistente che sarà necessariamente dismesso”. “Il depuratore – viene spiegato nel testo – garantirà la soluzione di un grave problema ambientale, visto che la qualità delle acque del Sangro in pieno Parco Nazionale è classificata come ‘scarsa’, e il superamento delle condizioni che hanno portato alla condanna definitiva dello Stato italiano, da parte della Corte di Giustizia europea, sin da 2012”. “La tecnologia adottata, vagliata positivamente a suo tempo dal Ministero dell’Ambiente – è spiegato nel documento – consente di raggiungere gli standard più elevati di qualità degli effluenti dell’impianto. L’intervento – così termina il testo di Rolle e delle istituzioni locali – dovrà concludersi entro l’anno e al raggiungimento di questo obiettivo tutti i convenuti si sono impegnati a concorrere in uno spirito di leale collaborazione istituzionale”.