Canistro. Il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua denuncia il “caso” Santa Croce a Canistro e fa emergere gravi problemi di rischio esondazione sul fiume Liri, finora non segnalati. “Nello Studio Idraulico depositato per la Via dalla Acque Minerali d’Italia spa emergono problemi per il capannone esistente, possibile “effetto Megalò” su quello nuovo proposto”, questa la denuncia del Forum che torna a occuparsi della Marsica dopo aver denunciato la possibile realizzazione dell’intubazione del fosso del Rianza, “quest’ultimo ricadrebbe in zona agricola, per cui servirebbe una Variante al prg, e in area a massima tutela per il Piano Paesistico, dove è incompatibile. La SOA scrive all’Autorità di bacino del Liri-Garigliano, le criticità potrebbero essere ancora più ampie su tutta l’asta fluviale.
Le aree circostanti il fiume Liri potrebbero essere sottoposte a maggiore rischio alluvione rispetto a quanto dicono le carte ufficiali finora disponibili su cui si è fatta tutta la pianificazione dell’area. A far emergere i problemi uno Studio idraulico depositato in Regione dalla Acque Minerali d’Italia spa nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per il nuovo stabilimento di imbottigliamento delle acque della Sorgente Santa Croce. La S.O.A. ha prodotto le osservazioni sul progetto nell’ambito di una serie di iniziative che il Forum H2O sta portando avanti nell’area. Prima di introdurre le criticità sul progetto specifico siamo rimasti esterrefatti leggendo i risultati di questo Studio Idraulico in cui emerge che vastissime aree a lato del Liri sarebbero allagate anche con una piena molto limitata, con tempo di ritorno di soli 30 anni cioè piene che si verificano abbastanza frequentemente (si consideri che la pianificazione deve tener conto di tempi di ritorno anche di 200-500 anni).
Ebbene, secondo questa simulazione tutta l’area occupata dall’attuale stabilimento verrebbe allagata così come altre zone limitrofe. Vedendo le mappe e la descrizione nel testo della relazione, sembrerebbe che il nuovo stabilimento non sarebbe allagato solo perché costruito in rialzato. Praticamente, con le dovute differenze, un potenziale “effetto Megalò” con le aree di naturale esondazione occupate da manufatti con il risultato che una dose maggiore di rischio viene trasferita a valle perché le acque devono trovare comunque un’area di sfogo.
Quello che appare veramente grave è la totale difformità tra quanto emerge da questo studio e le aree di rischio idraulico segnalate finora dalle carte ufficiali dell’Autorità di Bacino del Liri-Garigliano, risalenti peraltro al 2003, che sono usate finora per la pianificazione lungo tutta l’asta del Liri. Queste ultime, nel caso concreto in questione, sottostimano di gran lunga le aree che sarebbero inondate in caso di piena. Nella carta vi è solo un minuscolo punto a basso rischio, dall’altro lato del fiume. Consigliamo vivamente di confrontare le mappe che alleghiamo che rendono evidentissima la difformità.
A latere delle osservazioni sul singolo progetto abbiamo quindi scritto all’Autorità di Bacino del Liri-Garigliano perché potenzialmente si aprono scenari assolutamente imprevisti sulla sicurezza lungo l’intera asta fluviale su cui va fatta chiarezza, viste anche le criticità rilevate sull’attuale impianto. Tornando sul progetto depositato, è ovviamente paradossale che si debba pensare, per via di contrasti tra ditte, a realizzare un nuovo capannone invece di usare quello già esistente, previa messa in sicurezza visto quanto riportato dallo Studio Idraulico.
A parte la questione del rischio alluvione, le aree su cui si vorrebbe realizzare il capannone oggi hanno destinazione urbanistica “agricola”. Servirebbe quindi una Variante al PRG con relativa Valutazione Ambientale Strategica che non è stata fatta in violazione del principio di coordinamento dei procedimenti di VIA e, appunto, di VAS.
Inoltre una parte consistente del manufatto ricadrebbe in area vincolata a massima tutela (categoria A1) dal Piano Paesistico regionale, dove la costruzione di un capannone industriale è chiaramente incompatibile. Insomma anche il singolo intervento proposto a nostro avviso ha grossi problemi e, ovviamente, ci dispiace che possano riverberarsi sui lavoratori solo per un contrasto così radicale tra aziende. In ogni caso quanto sta emergendo pone pesanti interrogativi sull’intera asta del Liri a cui bisogna dare un’immediata risposta perché riguarda la prevenzione dei danni su cose e persone con potenziale ripercussione su decine di casi”.