Tagliacozzo. Nella mattinata di martedì 16 aprile, l’Amministrazione Comunale ha convocato una conferenza stampa per chiarimenti in merito alla notizia “di un’inchiesta sul campus scolastico”, riportata negli scorsi mesi da varie testate giornalistiche, e che aveva indotto prima il Sindaco a lanciarsi pubblicamente in violente invettive contro la stampa e poi la Giunta a produrre la deliberazione n° 5/2019.
L’atto con cui l’amministrazione Comunale dava mandato al Sindaco di nominare un avvocato per intraprendere azioni legali nei confronti di tre testate locali era stato giudicato severamente dai consiglieri comunali Vincenzo Montelisciani e Romana Rubeo, del gruppo Tagliacozzo Unita, che ne avevano chiesto il ritiro immediato definendo la delibera un provvedimento antidemocratico e uno spreco di risorse comunali.
“La conferenza stampa dell’altro ieri”, dichiara il Consigliere Romana Rubeo, “è l’ennesimo atto con cui questa amministrazione fa pagare ai cittadini la propria stucchevole propaganda. Non serviva pagare un legale con i soldi del Comune perché amministratori e dirigenti potessero effettuare la verifica della propria eventuale iscrizione nel registro degli indagati ex art. 335 c.p.p., verifica che tutti i cittadini possono effettuare gratuitamente in ogni momento; peraltro non si vede il motivo di convocare una conferenza stampa per dichiarare che non risulta nessun indagato: sarebbe bastato leggere gli articoli delle testate attaccate dal Sindaco per verificare che nessuno aveva mai parlato di indagini a carico di amministratori o dirigenti.”
“Quella delibera”, sottolinea il Consigliere e capogruppo Vincenzo Montelisciani, “che noi avevamo giudicato inutile e illegittima sin dall’inizio, oggi viene ridimensionata dalla stessa maggioranza, che fa dietrofront sulla decisione di querelare i giornalisti. Adesso appureremo quanto sia costato ai cittadini di Tagliacozzo questo ennesimo capriccio del sindaco.”
“Probabilmente”, prosegue Montelisciani, “la Giunta è stata edotta circa la totale inopportunità di quell’atto e oggi decide, dopo tanto baccano, di fare un clamoroso passo indietro. Ma questo poteva avvenire senza dare mandato a un legale, visto che era evidente a chiunque sapesse consultare un dizionario della lingua italiana che non vi è alcuna differenza tra “ordine di esibizione di atti” e la parola “inchiesta”, e che, dunque, quella fosse una scelta del tutto campata per l’aria, priva di ogni senso logico e giuridico”