Avezzano. Si fa sempre più fitto il giallo di Cese. Ora una risposta agli interrogativi degli inquirenti potrebbe arrivare grazie agli accertamenti su un’auto sequestrata dalla polizia dopo un inseguimento e una sparatoria sull’autostrada,. Si tratta di un episodio avvenuto due giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Mariana Marku, la bella albanese di 30 anni uccisa e poi lasciata priva di vita in un prato a poche centinai di metri dal ritrovamento del corpo. I due casi ora sembra siano diventati collegati tra loro. Sul caso di Cese, però, gli inquirenti sarebbero giunti alla conclusione che la bella albanese, che lavorava in un nightclub privato di Civitella, sia stata vittima di un tragico incidente. Un’auto l’avrebbe investita sbalzandola per fatalità nel prato a pochi metri da casa. Ma la macchina, quella che le sarebbe andata addosso sbalzandola a ben otto metri dalla strada e facendole superare il guardrail, era rubata. Si tratta di una Mercedes trovata carbonizzata a qualche centinaia di metri da quel punto. Ma forse il caso non è così semplice come sembra. Le indagini, in realtà, sono ancora aperte a tutte le ipotesi e l’episodio avvenuto lunedì sull’autostrada non ha potuto evitare agli inquirenti di pensare a un collegamento con il delitto. Quella macchina fermata sull’A24 dopo un inseguimento, un’Audi grigia scuro, sarebbe la stessa segnalata in modo insistente proprio a Cese nei giorni precedenti all’omicidio. Quell’auto, rubata nelle Marche, era stata utilizzata per un rapimento di persona. Almeno secondo quanto risulta dal database delle forze dell’ordine. A bordo c’erano tre persone albanesi, connazionali di Mariana. Troppe coincidenze, troppe casualità per chiudere il caso come un investimento fortuito e involontario. Ecco perché la polizia sta analizzando le chiamate dei due cellulari ritrovati nell’Audi dopo la fuga tra le montagne di Tagliacozzo dei malviventi che erano a bordo. Se ci fossero collegamenti con il telefono della vittima o con persone vicine alla 30enne uccisa allora il caso sarebbe a una vera svolta. Quei pezzi di fanalino e di carrozzeria rimasti sulla carreggiata per diversi giorni e che non sono mai sfuggiti all’occhio attento dei residenti del paese non sarebbero della Mercedes che, secondo gli inquirenti, avrebbe potuto investire la vittima, Mariana Marku, ma di un’altra auto. Le tracce rilevate sulla strada, inoltre, secondo gli investigatori indicano in maniera evidente la presenza di un veicolo che, proveniente a velocità elevata da Cappelle, ha sbandato lungo la curva sfregando la fiancata contro il guardrail. Dettagli emersi dalle indagini che, tutti insieme potrebbero raccontare ciò che è accaduto quella sera. Dagli ultimi sms sul cellulare della vittima, risulta infatti che un uomo la stava cercando. Lei lo aspettava vicino ai binari. Lui, però, gli ha mandato una altro sms chiedendole dove fosse, perché lì probabilmente non la trovava. Ma l’incontro potrebbe esserci stato anche con una terza persona. Potrebbe essere scoppiata una lite, lei potrebbe essere uscita dall’auto per tornare verso casa a piedi. Lui l’avrebbe potuta raggiungere per investirla.