Avezzano. Spuntano due indiziati nell’omicidio di Mariana Marku (30), la ragazza albanese intrattenitrice in un night club di Civitella trovata morta in un prato a bordo strada vino alla sua abitazione di Cese. Dopo un mese idi indagini, l’assassino è ancora libero e a quanto pare la linea ufficiale degli inquirenti, quella secondo cui si sarebbe trattato di un investimento fortuito dovuto al buio della strada, sarebbe poco credibile e risulta poco attendibile. Per questo gli investigatori stanno seguendo due piste molto interessanti e sul indaga anche la polizia.
La prima pista è albanese che vedrebbe coinvolti alcuni connazionali della vittima. L’altra è e quella del night, legata a un cliente del locale di Civitella Roveto, dove la ragazza lavorava come intrattenitrice. Nel primo caso, gli inquirenti avrebbero indagato su un gruppo di albanesi. Una pista seguita non solo dai carabinieri, ma anche dalla polizia che, poche ore dopo il ritrovamento del cadavere, ha sequestrato dopo un inseguimento e una sparatoria sull’autostrada un’Audi grigio scuro. A bordo c’erano tre albanesi fuggiti dopo una colluttazione. Quella macchina sarebbe la stessa segnalata in modo insistente proprio a Cese nei giorni precedenti all’omicidio. Quell’auto, che risulta rubata nelle Marche, era stata utilizzata per un rapimento di persona. La polizia sta analizzando le chiamate dei due cellulari ritrovati nell’Audi dopo la fuga tra le montagne di Tagliacozzo dei malviventi che erano a bordo. Se ci fossero collegamenti con il telefono della vittima o con persone vicine alla 30enne uccisa allora il caso sarebbe a una vera svolta. La giovane Mariana era sposata con un pregiudicato che sta scontando una pesante pena nel suo Paese. Lei sembra fosse fuggita dall’Albania per rifarsi una vita insieme al fratello e al suo bambino di 11 anni. La sua decisione di andare via e lo stile di vita adottato in Italia sembrerebbe non essere andato a genio a qualcuno che ha deciso di fargliela pagare. Secondo gli accertamenti medicolegali la ragazza potrebbe essere stata investita, forse dalla Mercedes trovata bruciata a poche centinaia di metri dal luogo del delitto. L’auto però aveva ammaccature in diversi punti, come se fosse rimasta coinvolta in un inseguimento con speronamenti continui. C’erano lungo quel rettilineo diversi pezzi di un’altra auto sequestrati dai carabinieri e segnalati più volte dai residenti della frazione di Cese.
Nel secondo caso, sotto i riflettori delle forze dell’ordine ci sarebbe un cliente del night. L’ambiente di lavoro e i frequentatori del club privato dove la ragazza si recava ogni sera e dove lavorava come intrattenitrice sembrerebbero aver fornito materiale importante agli inquirenti. Secondo una ipotesi, potrebbe essersi trattato di un investimento scaturito da una lite. A pochi metri dal luogo del ritrovamento del cadavere c’è una strada sterrata dove solitamente si appartano le coppiette. E a circa cinquanta metri si trova l’abitazione della vittima. Forse lei ha tentato di tornare a casa a piedi dopo un litigio, e la persona che era alla guida dell’auto l’avrebbe investita, per poi gettare il corpo nel fossato a bordo strada e fuggire. Una segnalazione definita interessante dagli investigatori sarebbe arrivata dal titolare di un locale di Avezzano dove la ragazza sarebbe stata vista, insieme a una persona sulla sessantina, prendere una consumazione al tavolo la notte dell’omicidio. L’episodio sarebbe avvenuto dopo le quattro di venerdì mattina. Il testimone si dice convinto che si trattava proprio di lei. L’aveva vista con attenzione proprio perché la ragazza era insieme a una persona attempata. Dagli ultimi sms ricevuti e inviati dalla vittima, risulta infatti che un uomo quella sera la stava cercando. Lei lo aspettava vicino ai binari. Lui, però, le avrebbe mandato una altro sms chiedendole dove fosse, perché lì probabilmente non la trovava. Ma l’incontro potrebbe esserci stato anche con una terza persona.