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Delitto Callegari, l’assassino rischia l’ergastolo. Altre sei persone implicate nella vicenda

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
12 Giugno 2016
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Omicidio Marco Callegari Tagliacozzo Pietro CatalanoTagliacozzo. Potrebbe essere condannato all’ergastolo. Per Pietro Catalano, 49 anni, accusato di aver ucciso a colpi di pistola durante una rissa Marco Callegari (46), di Tagliacozzo, nessuno sconto riguardo ai capi d’accusa, nessuna legittima difesa e nessuna attenuante. Le indagini preliminari coordinate dal pm Vincenzo Barbieri sono state chiuse ed entro giugno potrebbe esserci la richiesta di rinvio a giudizio per l’omicida e per altre sei persone accusate di rissa aggravata. Catalano dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato. Gli altri indagati sono Alessandro Bogdan Musetescu (28), Ioan Bogdan Stoica (28), Ionut Ichim Rosu (31), Ion Hergheleigiu (34), Alexandru Parvulescu (37) e Stefano Lucidi (42). Quest’ultimo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, al momento dell’omicidio era insieme alla vittima.
I fatti risalgono al 10 settembre quando, lungo la strada adiacente alla località turistica Piccola Svizzera, tra Catalano e la vittima ci fu uno scontro. Si erano dati appuntamento e si presentarono accompagnati da altre persone. L’omicida era insieme ai romeni, mentre Callegari si presentò all’appuntamento insieme all’amico 42enne. Secondo quanto emerso dalle indagini, la vittima era armata di un martello. A un certo punto della lite Catalano estrasse una pistola sparando ripetutamente contro il rivale e raggiungendolo in più punti del corpo. Per lui non ci fu nulla da fare, nonostante il trasporto in ospedale. Catalano fu raggiunto in casa e arrestato subito dopo.
Sono state ricercate dal Ris anche le impronte digitali sulle armi sequestrate con l’uso di sostanze chimiche, un tipo di accertamento tecnico irripetibile. Tutte le prove sono state depositate alla procura di Avezzano la scorsa settimana. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Franco Colucci, Leonardo Casciere, Patrizia Ciciarelli, Luca e Pasquale Motta, Antonio Pascale e Andrea Tinarelli. La parte civile è assistita dall’avvocato Antonio Milo

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