Avezzano. Degrado e abbandono nella guardiola del campo di concentramento. La piccola struttura, recuperata negli anni 90′ dall’amministrazione Spallone, è invasa da cartoni di vino e rifiuti di ogni genere. L’edificio era la guardiola del campo di concentramento presente in città nella seconda guerra mondiale e poi negli anni 90 venne risistemata e chiusa. Ora è avvolta dal degrado e i residenti hanno lanciato un appello chiedendo l’intervento della Polizia locale affinchè l’area venga ripulita soprattutto per la salubrità dell’ambiente. “La casetta dell’acqua, come viene denominata da anni, è in uno stato pietoso”, hanno raccontato le famiglie che vivono nella zona, “la struttura si trova a due passi dalla scuola primaria di “don Bosco” ed è piena di immondizia. C’è un materasso, diverse bottiglie di birra, scatole di vino e arbusti d’erba che ormai ricoprono l’intera area. La porta è stata scardinata già da diversi anni e l’interno della casetta è utilizzato spesso come bagno di fortuna o rifugio. La Polizia locale è a 200 metri, facciamo appello agli agenti e al sindaco Gianni Di Pangrazio affinchè venga scritta la parola fine a questa vicenda”. La casetta con la zona antistante potrebbe essere anche utilizzata per famiglie con bambini e anziani come ritrovo per trascorrere qualche ora all’aria aperta. Il degrado, però, impedisce ai residenti addirittura di transitare dinanzi all’edificio. “La guardiola del campo di concentramento venne recuperata negli anni 90′”, ha spiegato Augusto Di Bastiano, del centro giuridico del consumatore, “nella zona sottostante c’è un serbatoio e fuori c’è una piccola area. Purtroppo la cura del verde pubblico in città lascia a desiderare e la casetta dell’acqua è uno di quei siti che ne risente. Se fosse pulito adeguatamente si potrebbe creare un piccolo giardino con una panchina dove potersi fermare qualche ora. Bisogna curare di più questi piccoli angoli della città che negli ultimi tempi conoscono solo l’abbandono e il degrado. A settembre il bando per la pulizia delle strade è in scadenza, speriamo che il prossimo venga redatto con più attenzione”.