Avezzano. È stata rinviata a giudizio davanti al tribunale di Avezzano con l’accusa di aver scritto frasi
con le quali era posta in dubbio l’imparzialità personale strettamente collegata al ruolo istituzionale ricoperto nel Csm (Consiglio superiore della Magistratura)
di Piercamillo Davigo, magistrato italiano, presidente della II Sezione Penale della Corte suprema di Cassazione ed ex membro togato del Consiglio superiore della magistratura, molto conosciuto anche per essere stato un magistrato di “Mani Pulite”.
Si tratta della giornalista Annalisa Chirico de Il Foglio, quotidiano di tiratura nazionale, che va in stampa a Oricola, in provincia dell’Aquila. E per questo il tribunale di competenza per il giudizio è quello di Avezzano.
Insieme a lei è stato rinviato a giudizio anche il direttore responsabile del giornale, Claudio Cerasa
perché in qualità di direttore responsabile del quotidiano Il Foglio ometteva di esercitare il controllo necessario sui contenuti del periodico diretto.
Nel capo di imputazione si chiarisce che la pubblicazione contestata è quella apparsa sull’edizione cartacea e on line del giornale, il 19 febbraio 2019, nell’articolo con il titolo:“Ancora un capitolo della spy story Consip. Si apre il processo disciplinare contro Woodcock”, sottotitolato: “Giustizia, politica e procedure ad personam. Al CSM c’è un caso Davigo: esiste o no una incompatibilità sul dossier Consip?”.
Non solo articoli ma anche twitter, dove il 14 febbraio del 2019 veniva pubblicato: “Il consigliere Davigo, che ha più volte espresso pubblicamente il suo parere sul caso, si asterrà oppure no?”.
Il rinvio a giudizio, secondo l’accusa, nasce dal fatto che la giornalista avrebbe “offeso l’onore e la reputazione di Piercamillo Davigo con l’attribuzione di fatti determinati”, affermando:
Piercamillo Davigo che su Consip e, in particolare, sulla vicenda che ha coinvolto il collega napoletano si è espresso a più riprese. Per esempio, la scorsa estate, intervistato da Marco Travaglio, l’ex toga di Mani pulite non lesinava critiche a un Csm che “non dice nulla contro gli attacchi del governo a un pm colpevole di fare indagini ad alti livelli, anzi lo processa disciplinarmente prima ancora che vengano processati gli imputati. Sono esterrefatto”.
A oggi Davigo non ha ancora optato per l’astensione, forse provvederà nelle prossime ore, a meno che uno dei colleghi non si decida a sollevare la questione incompatibilità per indurlo al doveroso passo indietro (…)
Come ricorda lo stesso sito web del Csm, nel procedimento disciplinare si applica il codice di procedura penale, ove compatibile. L’articolo 36 del codice impone l’obbligo di astensione per il giudice che “ha dato consigli o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento fuori dall’esercizio delle funzioni giudiziarie”. Insomma, il “caso Davigo” ci sta tutto.
Secondo l’accusa la diffamazione sta nell’aver sostenuto che il magistrato Davigo, chiamato a giudicare in un procedimento disciplinare i dottori Woodcock e Carrano, in quanto tra i sei componenti della sezione disciplinare del Csm, avrebbe violato il codice di procedura penale che gli avrebbe imposto di astenersi dall’incarico.
Qualche giorno fa si è tenuta l’udienza preliminare davanti alla sezione penale del tribunale di Avezzano. Il pm titolare del procedimento è il dottor Maurizio Cerrato.
Il giudice Daria Lombardi, al termine della discussione, ha rinviato a giudizio la giornalista Chirico e il direttore responsabile della testata Cerasa.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Fabio Lattanzio e Grazia Volo del foro di Roma mentre il dottor Davigo è sostenuto dall’avvocato Francesco Borasi di Milano e dall’avvocato Andrea Cascianelli del foro di Avezzano.