Avezzano. In occasione del Dantedì, ricorrenza istituita dal Consiglio dei Ministri lo scorso anno, si ricorda la figura del Sommo Dante Alighieri quale elemento cardine della storia e della politica italiana medievale. Quest’oggi, a suggellare tale data, nei Comuni italiani si è provveduto con diversi eventi di ordine culturale a preservarne il suo enorme valore per la storia nazionale.
“Dante Alighieri non è solamente l’autore della Comedia, poi meritevole dell’aggettivo “Divina” coniato per la stessa da Giovanni Boccaccio. Nè può essere considerato unicamente un poeta”, afferma Nello Simonelli, consigliere comunale di Avezzano con delega alle politiche giovanili, presidente della Commissione Cultura e Responsabile regionale dell’associazione culturale Nazione Futura, “fu, alla pari di moltissimi altri grandi del nostro passato, una figura poliedrica e dallo spessore culturale immenso. Non è assolutamente un errore definirlo il Padre della lingua italiana”.
“Questa ricorrenza è oggi particolarmente significativa visto il ricorrere dei 700 anni dalla sua morte avvenuta nel 1321; il 25 marzo, invece, è la data convenzionale in cui studiosi e cultori della materia hanno fissato, nel 1300, l’inizio della sua discesa nella selva oscura”, continua Simonelli, “il Comune di Avezzano non poteva esimersi dal ricordare una figura tanto maestosa del nostro passato, tramite una sentita celebrazione del Dantedì, seppur penalizzata dal fattore pandemico che impone delle misure di distanziamento e sicurezza le quali – nonostante siano disposte a tutela di tutti noi – limitano fortemente l’interazione sociale”.
“In un periodo storico in cui siamo letteralmente assaliti da inglesismi in ogni dove, in cui stiamo perdendo contezza del valore unico ed irripetibile del nostro bagaglio culturale, in cui la nostra lingua e la nostra Storia vengono messe in discussione continuamente, la figura dell’Alighieri rappresenta una lezione per tutti noi: una lezione che ci parla di coerenza, coscienza, forza morale e identità nazionale. Parlare, oggi, di Dante Alighieri”, conclude, “significa parlare dell’idea più nobile dell’Italia”.