Capistrello. Va in scena venerdì a Capistrello, in piazza Sant’Antonio, a partire dalle 21, la produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con Lanciavicchio, “Il Principe”, drammaturgia di Stefania Evandro e Antonio Silvagni, con Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Stefania Evandro. Le musiche originali sono a cura di Giuseppe Morgante, la realizzazione delle scene e oggetti di Ivan Medici, luci e audio di Maurizio Di Pasquale, i costumi della Scenotecnica Lanciavicchio e la regia di Antonio Silvagni.
Lo spettacolo, organizzato dall’Associazione Culturale “Amici dell’Emissario”, attraversa ben due secoli: dal prosciugamento del lago del Fucino, all’avvicendarsi della dinastia Torlonia nel latifondo e nelle guerre mondiali, per arrivare alle lotte contadine degli anni ’50. Quadri di memoria che richiamano il mito di un lago senza tempo in una narrazione orchestrata con avvenimenti della terra d’Abruzzo, mostri di antiche leggende e mostruosi personaggi che con la loro prepotenza ancora caratterizzano la storia dell’Italia contemporanea.
“La memoria del nostro computer”, spiega il regista Antonio Silvagni, “si può formattare, ripulire, cancellare. Eppure quello che è stato, quello che il computer ha visto, quello che ha vissuto lascia delle tracce. Anche la nostra memoria di donne e uomini contiene a nostra insaputa immagini, accadimenti, luoghi che si sedimentano in qualche angolo e magari riemergono inaspettatamente. Sorprendendoci”.
“La memoria collettiva di un territorio può invece subire delle amnesie che determinano una cesura completa con il passato”, sottolinea, “e queste diventano con il trascorrere del tempo rimozioni definitive, destinate all’oblio, tanto da non lasciare
alcuna traccia del loro passaggio, e tanto da consentire un riproporsi di dinamiche sociali e culturali che già in un recente passato hanno duramente provato una popolazione; questo territorio è sicuramente la Marsica, probabilmente l’Abruzzo forse l’Italia”.
“Viviamo nella Marsica”, precisa Silvagni, “una terra che come nessun’altra ha subito cambiamenti radicali negli ultimi 150 anni: il prosciugamento del lago Fucino (terzo lago d’Italia), il terremoto del 1915 (uno dei più cruenti della storia d’Italia), la
guerra e le lotte contadine della Marsica, eventi che hanno portato all’attuale assetto del nostro territorio. Eppure di tutto questo non c’è traccia.Nel frattempo in Italia ‘nuovi principi’ prendono il posto dei vecchi, ma facciamo fatica a notare il cambiamento; la maggior parte di essi passa inosservata pur condizionando la vita dei più. Solo alcuni”, conclude, “i più disinvolti, si fanno notare, lasciandoci un senso di nostalgia per il ‘vecchio principe’ per la sua indifferenza e per la sua evidente crudeltà.
Lo spettacolo è dedicato a Romolo Liberale, amico e poeta”. L’ingresso allo spettacolo è libero.
Lo spettacolo andrà in replica domenica sera, a partire dalle 22 ad Ortona dei Marsi, nell’ambito del “Giovenco Teatro Festival” 2019 organizzato da Mascarò. Ingresso libero.